
Guerrero: narcos hanno promesso al vescovo che non uccideranno candidati alle elezioni
CHILPANCINGO-ADISTA. Mons. Salvador Rangel, vescovo di Chilpancingo, nello Stato messicano di Guerrero, ha incontrato il 30 marzo un “alto capo della droga” per trattare della reinstallazione dell’acqua e della luce in un paese in montagna. Lo ha dichiarato il 2 aprile al termine di una messa, aggiungendo di aver anche «profittato per chiedere loro non assassinino più i candidati [alle elezioni presidenziali del prossimo 1° luglio]. Mi hanno promesso che l’avrebbero evitato e che avrebbero lasciato votare liberamente». A due condizioni però: «che non si ricorra alla compravendita dei voti» e che «i candidati mantengano le promesse che fanno in campagna elettorale, perché quando arrivano al potere si dimenticano della gente».
«Sto trattando perché non ci siano assassinii», ha detto poi il vescovo in un’intervista alla radio messicana, durante la quale ha chiesto fermamente che non ci si lasci coinvolgere dal narcotraffico. «Io mi relaziono con loro – ha spiegato – ma non chiedo né denaro né una posizione politica. Parlo con gli uni e con gli altri e chiedo a tutti che non assassinino, che non sequestrino e che trattino bene le persone».
Guerrero è uno degli Stati maggiormente colpiti dalla violenza legata al crimine organizzato. Fa parte della strategia dei gruppi criminali del Messico cercare di influire sui governi locali e sulla polizia delle zone dove operano. Vari aspiranti ad incarichi politici sono stati assassinati a Guerrero nelle ultime settimane. Neanche un mese fa, un candidato sindaco in un paese dello Zihuatanejo, sulla costa dello Stato, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. Nel 2017, Guerrero ha registrato 2.318 omicidi, la cifra più alta di tutto il Paese.
*Foto https://www.flickr.com/photos/nokallez/
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