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Patto globale sulle migrazioni: il contributo vaticano e l'impegno di papa Francesco

Patto globale sulle migrazioni: il contributo vaticano e l'impegno di papa Francesco

L'impegno attivo della Santa Sede nell'adozione di un Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che l'Onu – dopo lunghe trattative avviate nel 2016 e culminate con l'abbandono del tavolo dei negoziati da parte degli Stati Uniti di Donald Trump lo scorso settembre – dovrebbe adottare nell'autunno prossimo, è stato confermato ancora una volta il 9 aprile dall'osservatore permanente vaticano presso le Nazioni Unite a New York, mons. Bernardito Auza. «Con la sua vasta esperienza d'umanità», la Chiesa cattolica può aiutare gli Stati membri a «comprendere realmente come i migranti possono essere aiutati». Mons. Auza ha poi ricordato che la proposta vaticana si concretizza nel documento sui “20 punti d'azione per il Global compact” redatto dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale su impulso di papa Francesco, che contiene le parole d'ordine che lo stesso pontefice ha ripreso nel suo discorso per la Giornata Mondiale del Rifugiato del 14 gennaio 2018: «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare». Il documento, stilato dopo aver ascoltato il parere delle Conferenze episcopali e delle Ong, prende spunto dalle numerose buone pratiche messe in campo dalla Chiesa cattolica nell'accoglienza, nell'assistenza e nell'integrazione dei migranti.

Francesco è molto apprezzato in sede Onu, tanto che la conferenza intergovernativa preparatoria all'adozione del Patto globale, in Messico all'inizio di dicembre scorso, si è aperta proprio con la proiezione di un suo videomessaggio. Il documento in 20 punti è all'attenzione delle Nazioni Unite e, sebbene la Santa Sede sia solo un osservatore, il credito di cui gode Francesco lascia ben sperare che venga preso in seria considerazione, ha confermato mons. Auza. La speranza del mondo cattolico è che i 20 punti del documento possano essere inseriti tutti nel documento finale, ma il rappresentante vaticano all'Onu resta consapevole delle difficoltà interne all'assemblea, della dilagante xenofobia e delle resistenze che molti Stati hanno manifestato sulla possibilità di rinunciare a spazi di sovranità nella gestione dei flussi. E confida nella possibilità di «negoziare il documento punto per punto».

* Immagine di Montserrat Labiaga Ferrer, tratta dal sito Flickr, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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