
Nicaragua: la Chiesa accetta di mediare fra governo e manifestanti
Il governo del Nicaragua ha accolto «con molta riconoscenza e rispetto» la disponibilità dell’episcopato nazionale di accompagnare il processo di dialogo che si vuole aprire per superare la crisi che sta vivendo il Paese e che, negli scontri fra manifestanti e polizia, è costata la vita ad almeno 30 persone, oltre ad aver cagionato il ferimento di 428 persone e un’ondata di saccheggi.
In una lettera indirizzata all’arcivescovo di Managua, card. Leopoldo Brenes, il presidente Daniel Ortega «ringrazia profondamente la disponibilità di sua eminenza reverendissima card. Brenes e di tutti i vescovi a contribuire all’incontro apportandovi tolleranza e convivenza pacifica».
La Conferenza episcopale il 24 aprile ha accettato la proposta, avanzata dal governo «di fronte alle gravissime situazioni prodottesi nella nazione nicaraguense», di farsi garante del dialogo fra l’Esecutivo, il settore privato e i lavoratori. Gli scontri che vanno avanti da un paio di settimane sono stati infatti occasionati da una riforma previdenziale che impone un aumento sia della contribuzione a carico delle imprese, sia del prelievo statale dalle pensioni per l’assistenza sanitaria.
Malgrado Ortega abbia affermato che non avrebbe accettato condizioni per il dialogo, il comunicato dell’episcopato ha invece avanzato una precisa richiesta che sottintende la condanna della Chiesa sull'intervento violento delle forze dell'ordine nelle piazze: «Per facilitare il clima di dialogo consideriamo essenziale ed imperativo – si legge in un comunicato dell’episcopato – che tanto il governo quanto ogni membro della società civile evitino qualsiasi atto di violenza e di mancanza di rispetto della proprietà pubblica» e che «prevalga un clima sereno e di assoluto rispetto della vita umana di tutti e di ognuno dei nicaraguensi».
Tanta gratitudine da parte di Ortega lascia supporre che il governo abbia accettato le condizioni ecclesiastiche. Il presidente ha dichiarato di condividere «pienamente» anche la proposta episcopale di quali settori debbano partecipare alle sessioni di dialogo nazionale, annunciando che il governo «ne aggiungerà altri che considera importanti».
*Foto tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
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