Contrordine: Israele verso il riconoscimento del genocidio armeno
Sembra molto probabile il riconoscimento del Genocidio armeno da parte di Israele. Presentata alla Knesset dal deputato di centrosinistra Itzik Shmuli, membro di “Unione Sionista”, la proposta è stata sottoscritta da 50 parlamentari appartenenti sia ai partiti di governo che a quelli dell'opposizione, e prevede anche l’istituzione di una giornata di commemorazione del genocidio avvenuto ad opera dell’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916. Solo a febbraio scorso il Parlamento israeliano aveva respinto un analogo progetto di legge per il riconoscimento, «tenendo conto – erano state le parole del vice-ministro degli esteri israeliano, Tzipi Hotovely – della sua complessità e delle sue implicazioni diplomatiche».
Che il “grande crimine”, come gli armeni definiscono la tragica eliminazione di circa 1,5 milioni di morti, si possa definire genocidio è da sempre negato dalla Turchia, che protesta fortemente di fronte ad ogni Paese che lo riconosca formalmente.
Riferisce l’agenzia Fides che Shmuli, in dichiarazioni rilanciate dai media israeliani, ha fatto notare che non c'è motivo «di trattare con particolare delicatezza i turchi, vista l'istigazione contro lo Stato d'Israele scatenata dal Presidente turco Erdogan». Lo stesso Presidente della Knesset, Yuli Edelstein, ha dichiarato che farà il possibile per facilitare l'approvazione della proposta di legge.
I rapporti tra i due Paesi sono ai ferri corti: la Turchia ha espulso l’ambasciatore di Israele, Eitan Naeh, dopo che il 14 maggio gli israeliani hanno lasciato sul terreno, al confine con la Striscia di Gaza , 60 palestinesi morti. «Netanyahu è il primo ministro di uno Stato che pratica l’apartheid e ha le mani sporche del sangue dei palestinesi», è stata la motivazione delle misura “diplomatica” del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. La reazione del governo di Israele è stata immediata: espulso il console generale turco.
In un crescendo di tensione, ieri Erdogan, parlando ad un vertice straordinario dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oic), ha chiamato i leader musulmani ad unirsi contro Israele, ritenuto responsabile delle uccisioni al confine della Striscia. Peraltro il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite il 18 maggio ha votato a maggioranza una risoluzione in cui si chiede di istituire una commissione internazionale indipendente che indaghi sulle violenze a Gaza.
*Foto del Dr. Avishai Teicher tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
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