
Ungheria: passa la legge che condanna al carcere chi aiuta i migranti
Carcere per chi in qualsiasi modo presta il suo aiuto ai migranti. Questa la sostanza di una legge approvata con il massimo dei voti dal Parlamento ungherese a maggioranza sovranista per il trionfo elettorale che l’8 aprile ha confermato premier Viktor Orban. «Abbiamo bisogno di un piano d´azione per difendere l'Ungheria», è scritto nella legge, e che «chi fornisce aiuti finanziari o di altro tipo a un ingresso e permanenza illegale nel nostro Paese deve essere punibile con pene detentive fino a un anno di reclusione». Sarà vietato l’ingresso e la permanenza in Ungheria di qualsiasi «popolazione aliena», se non conforme con valori occidentali e cristiani del Paese. Quale sia poi la coerenza con i valori occidentali e cristiani di una legge più incivile e anticristiana di questa è un mistero di cui il pensiero razionale non può venire a capo. Alla luce anche di un altro fatto che nega il valore occidentale e cristiano della libertà di pensiero e di espressione: nei giorni scorsi, ci rammenta Andrea Tarquini su Repubblica.it (30/5), «un altro show di potere della maggioranza è stato il sequestro degli scritti inediti del grande filosofo marxista critico e oppositore sotto il regime comunista, Gyorgy Lukacs, trasportati a destinazione ignota, e la chiusura della casa di Lukacs dove fino a un giorno prima studiosi di tutto il mondo lavoravano all'edizione postuma di sue opere».
Immediata la reazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha rivolto un appello urgente all'Ungheria perché annulli subito le nuove leggi, sottolineando che, se non verranno ritirate, «toglieranno ogni diritto a chi fugge da guerre e rischio di morte e al tempo stesso infiammeranno un dibattito politico già caratterizzato da forti pesanti toni xenofobi».
*Foto Flickr immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!