
Caritas Roma: politiche di Salvini incompatibili con il Vangelo
In tema di migranti, prima delle Ong, nel campo di fuoco delle invettive leghiste entravano spesso le istituzioni ecclesiastiche, accusate di predicare bene e razzolare male (“prendeteveli voi che avete i conventi vuoti”) o tacciate di un generico “buonismo” che trascura la morale destrorsa del “prima gli italiani”. Ad eccezione di alcuni casi di allineamento politico e culturale tra preti e le destre (anche fasciste) locali, nel corso degli anni abbiamo assistito più volte allo scontro mediatico tra ecclesiastici ed esponenti della Lega.
L'ultima puntata, ieri, ha visto come protagonista mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma: «Non voglio fare un discorso politico», ha detto in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra oggi, riferendosi alle iniziative del ministro Matteo Salvini. «Io sono un prete e parlo ai cristiani: certe affermazioni sono contrarie alla nostra fede. Dire “noi li respingiamo” è esattamente contrario al concetto cristiano dell’accoglienza».
Sventolare il Vangelo e agitare il rosario a favore di telecamera, durante la campagna elettorale, è stata anche questa una mossa scorretta, ha poi aggiunto Feroci: «Dio bisogna servirlo, non utilizzarlo». Infine, in merito alla proposta di censimento dei rom – che Salvini intende perseguire nonostante gli stop per incostituzionalità di Luigi Di Maio e di Giuseppe Conte – il direttore della Caritas ha accusato Salvini di «superficialità spaventosa».
In Italia si respira clima pesante, gli ha fatto eco il responsabile area migranti Caritas, Oliviero Forti. «Ieri i migranti, oggi i rom». A farne le spese, aggiunge Forti, sempre «le categorie più deboli: riflettiamo».
* Fotografia di Niccolò Caranti, tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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