
Nicaragua: elezioni anticipate? No, grazie. La risposta di Daniel Ortega
MANAGUA-ADISTA. Daniel Ortega ha detto no alle elezioni anticipate: «ci sarà tempo per fare elezioni come dice la legge», ovvero secondo «le regole stabilite dalla Costituzione della Repubblica», e «non sono regole che si possono cambiare dalla mattina alla sera perché lo desidera un gruppo di golpisti». Il presidente del Nicaragua ha così messo una pesante ipoteca sul dialogo nazionale con le parti sociali - i “golpisti” - che era stato avviato con la mediazione della Chiesa cattolica per pacificare il Paese nel contesto dei gravi disordini che a partire dal 18 aprile scorso sono costati la vita a 310 persone. Gli ultimi 14 morti, fra cui un agente, sono di ieri, domenica 8, nelle città di Diriamba e Jinotepe negli scontri fra forze dell’ordine e manifestanti. Il rifiuto di Ortega di indire elezioni anticipate - punto centrale delle richieste degli oppositori di cui la Chiesa s'è fatta portavoce (v. Adista Notizie n. 26/18) - è all'origine della manifestazionie che a Diriamba è stata repressa nel sangue.
Ieri, durante l’omelia nella cattedrale di Managua, il cardinale arcivescovo, Leopoldo Brenes, ha indicato Ortega, la moglie, Rosario Murillo (vicepresidente) e il capo della polizia Francisco Díaz come responsabili delle violenza che si sta verificando nel Paese. Si è rivolto a loro dicendo: «Al presidente Daniel, a doña Rosario, al commissario generale Díaz, per favore, in nome di questo popolo cattolico, presente in questa cattedrale, fermate questa situazione che porta sempre più dolore e tristezza: che si voglia o no, ricade sugli uomini, sulle famiglie e su tutto il triste Nicaragua».
*Foto di Caiperuivan tratta da Wikpedia Commons immagine originale e licenza
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