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Migranti e Salvini: l'affondo di

Migranti e Salvini: l'affondo di "Famiglia Cristiana"

“Vade retro Salvini” è il titolo inequivocabile che campeggia sulla copertina del settimanale dei Paolini Famiglia Cristiana, da oggi in edicola. Un numero fortemente centrato sulla “Emergenza migranti”, come recita il testo sotto l'immagine di un disperato Matteo Salvini. Eppure l'allarme di Famiglia Cristiana non sembra solo sui migranti che fuggono da situazioni insostenibili, quanto piuttosto quella sulle porte (e i porti) chiuse, sull'incapacità di accogliere, sull'assenza di solidarietà e di empatia, su un'antievangelica cultura dell'odio della quale il ministro dell'Interno pare oggi orgoglioso portavoce.

Di fronte all'“emergenza odio” la Chiesa prende una chiara posizione, aggiunge il settimanale sempre in copertina: «La Cei, i singoli vescovi, le iniziative di religiosi. La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro degli Interni. Niente di personale o ideologico. Si tratta del Vangelo».

Dopo 1.490 morti in mare (da inizio 2018), Famiglia Cristiana fa il punto sull'impegno della Chiesa italiana recuperando gli interventi della Conferenza episcopale italiana («Rispetto a quanto accade non intendiamo né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi); di mons. Mario Delpini (Milano, «vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo»), mons. Matteo Zuppi (Bologna, «le Ong non sono complici degli scafisti, se stanno lì vuol dire che c'è un problema»), mons. Corrado Lorefice (Palermo, «siamo noi i predoni dell'Africa! Siamo noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire»), mons. Cesare Nosiglia (Torino, «fa parte del problema anche l'esplodere di polemiche, l'aver trasformato certo dibattito pubblico in un'arena in cui chi vince non è questo o quel gladiatore, ma sempre il “padrone del circo”, il controllore dei canali mediatici, il manipolatore delle opinioni e dei sentimenti»), mons. Antonio Staglianò (Noto, «Salvini sbaglia a dire: “Prima i poveri italiani e poi quelli africani”. Noi non dovremmo neppure averne. Gli stranieri hanno sempre il diritto umano di essere accolti»), mons. Gualtiero Bassetti (Perugia, Cei, «non si può chiudere il porto quando arriva una nave che è piena di disgraziati che sono dei crocifissi, o per un motivo o per un altro; che nessuno sia lasciato morire in mare, lo chiedo con il cuore»).

Due gli editoriali su questo numero di Famiglia Cristiana, che ha già suscitato la reazione scomposta di molti: il primo, dal card. Francesco Montenegro (arcivescovo di Agrigento e presidente nazionale della Caritas italiana), che invita a riflettere sulle parole di papa Francesco: «Non accoglierli, chiudendo loro soprattutto il cuore, significa non riconoscere Dio presente in loro, e perciò rifiutarlo», aggiunge poi Montenegro. «Mi chiedo, rifiutare Dio non è un atto di ateismo? Dobbiamo dunque sporcarci le mani e non trincerarci dietro un silenzio talvolta complice». Il secondo contributo è a firma di don Antonio Mazzi: nelle strutture di Exodus in Calabria insegniamo l'italiano e avviamo i ragazzi migranti alla scolarizzazione, «ma, soprattutto, ascoltiamo i loro dolori e le loro paure, curiamo la loro salute e tentiamo, con fatica, di far capire che in Italia ci sono anche persone che li amano e che fanno di tutto perché nel loro mondo e nel nostro torni un po' di pace. Vi debbo dire che, tornando dalla Calabria, sentendo sull'aereo i discorsi che facevano alcuni viaggiatori, la tristezza ha distrutto quel po' di speranza che loro, gli “invasori”, mi avevano elargito».

La reazione di Salvini:

 

 

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