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Dal Sinodo della Chiesa irakena, appelli alla concordia e alla ricostruzione
BAGHDAD-ADISTA.Al Sinodo della Chiesa caldea che si è svolto dal 7 al 13 agosto a Baghdad, sotto la guida del patriarca card. Louis Raphael Sako, sono emersi tutti i problemi che affliggono o insanguinano gran parte del Medio Oriente. Nel documento finale, non hanno potuto, i padri sinodali, che lanciare appelli e manifestare auspici per una ricomposizione delle situazioni più gravi: l’appello per la fine della guerra in Siria e in tutte le altre aree del Medio Oriente; l’appello per una compassionevole azione a favore dello Yemen, così dilaniato dal conflitto con l’Arabia Saudita e così “dimenticato” dalla diplomazia internazionale; l’invito a uno sforzo comune perché la regione possa infine godere di una «pace stabile e duratura».
Sotto lo sguardo partecipe dei vescovi caldei anche la situazione tra Iran e Stati Uniti. Tra i due Paesi è in atto una «guerra psicologica», secondo la definizione del presidente iraniani Rouhani. Il parere dei vescovi è che, per arrivare a una soluzione, i due Paesi dovrebbero adottare la via del dialogo e della diplomazia e non cercare di imporre misure e azioni punitive, quali le sanzioni, che colpiscono solo la popolazione civile: a pagare per «guerre e sanzioni», avvertono i vescovi, «sono gli innocenti».
Per quanto riguarda l’Irak, messo in ginocchio dalla guerra portata dall’Isis, i vescovi hanno rilevato che ha preso avvio un lento processo di rinascita. La Chiesa irakena conferma il sostegno a quanti operano in un’ottica di rafforzamento dell’unità nazionale, con l’invito a rilanciare l’economia e l’occupazione. Indispensabile in questa prospettiva è, secondo i vescovi irakeni, dar vita ad un governo nazionale non escludente che tratti tutti i cittadini in base ai principi di uguaglianza, libertà, democrazia e rispetto del pluralismo. Il governo che nascerà (il riconteggio manuale dei voti, terminato il 10 agosto scorso, delle elezioni di maggio, hanno determinato che vincente è stata la coalizione dello sciita Moqtada al-Sadr, che per la formazione del governo ha già sottoscritto un accordo con la lista sciita Al-Hikma di Ammar al-Hakim) dovrà, hanno auspicato i sinodali, provvedere alla sistemazione delle case e ripristinando le infrastrutture e assicurare il rientro delle famiglie sfollate, fra cui, numerose, quelle della Piana di Ninive, l’area a maggioranza cristiana nel nord del Paese.
Il messaggio dei vescovi caldei si conclude con gli auguri ai «fratelli e sorelle musulmani» per la festa di Id al-adha (la Festa del sacrificio) che si celebra il 21 agosto e ricorda la totale sottomissione a Dio nell’islam.
*Foto tratta da Wikipedia immagine originale e licenza
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