
Marocco: entra in vigore la legge contro la violenza alle donne
RABAT-ADISTA. Entra in vigore, in Marocco, la legge contro la violenza sulle donne approvata il 14 febbraio scorso. Lo stupro, le molestie sessuali, gli abusi domestici, le cyber molestie e i matrimoni forzati sono ora punibili con carcerazione da 1 a 5 mesi e con multe dal 200 ai 1.000 dollari. La legge, che porta il nome della ministra della Famiglia e della Solidarietà, Bassima Hakkaoui, che l’ha promosso, viene da lontano, risalendo al giugno 2006 quando votarono a favore 83 deputati e contro in 22. Il rimpallo tra le due Camere ha avuto termine, appunto, solo nel febbraio scorso.
Riferisce NenaNews (12/9) che «se diversi commentatori sottolineano come la legge sia un primo passo “nella giusta direzione”, alcuni ne denunciano alcune importanti lacune. Ad esempio, il testo non include lo stupro commesso dai mariti o la violenza coniugale, né tantomeno definisce la violenza domestica lasciando così le donne vulnerabili dal punto di vista legale. Inoltre, secondo l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, altri limiti del provvedimento risiedono nel fatto che non fornisce assistenza finanziaria a coloro che sono vittime di violenza e non chiarisce quale sia il sostegno e i servizi che devono ottenere dallo Stato».
Sulla violenza e le molestie contro le donne, molto diffuse nel Paese, non esistono statistiche né sondaggi recenti. Un sondaggio nazionale del 2009, rilevava che il 62,8% delle donne dichiarava di aver subito abusi fisici, psicologici, sessuali o economici. Il 55% delle intervistate denunciava di aver subito violenze dai propri mariti, mentre il 13,5% dai propri familiari.
L’anno scorso, riferisce ora l’agenzia Afp, sono stati trattati dai tribunali locali circa 1.600 casi di stupro, il doppio rispetto a quelli degli anni precedenti.
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