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Bambini discriminati a Lodi: anche la Chiesa contro la sindaca leghista

Bambini discriminati a Lodi: anche la Chiesa contro la sindaca leghista

 

Pare che il vescovo di Lodi, mons. Maurizio Malvestiti, sul caso delle mense scolastiche – porte chiuse per circa 200 bambini stranieri a causa di discriminatori impedimenti burocratici introdotti da un regolamento comunale – abbia tentato invano di far cambiare idea alla sindaca leghista di Lodi, Sara Casanova, la quale però non ha voluto sentire ragioni. Sulla questione – poi tamponata grazie agli oltre 60mila euro raccolti nella gara di solidarietà lanciata dal “Coordinamento Uguali Doveri” (45 associazioni, tra cui Caritas, Acli, Cgil, Arci, Emergency e partiti d'opposizione) – si segnala anche l'intervento della Caritas Lodigiana, con una lettera del direttore don Andrea Tenca, nella quale si avvertiva la sindaca dei «grossi problemi che stavano incontrando le famiglie da noi seguite per farsi fare le certificazioni dalle autorità dei loro Paesi d’origine».

In un'intervista del 15 ottobre all'agenzia Sir, don Tenca ha poi denunciato la «volontà chiaramente discriminatoria» insita nel provvedimento comunale, che intende «mettere in difficoltà gli stranieri» con la richiesta di una documentazione aggiuntiva all'Isee difficilmente reperibile. «La speranza» di don Tenca è che il ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il “regolamento discriminatorio” «abbia effetto perché, se non passa, il timore è che questo modello venga esportato in altri comuni del lodigiani a guida leghista» che già in altri modi esprimono «l’idea: non vogliamo gli stranieri».

Sotto la forte pressione dei media e dell'opinione pubblica nazionale la sindaca leghista ha ritenuto opportuno fare un timido mezzo passo indietro. Nella seduta del 16 ottobre la giunta ha approvato delle modifiche al provvedimento che prevedono la possibilità per gli stranieri di affiancare all'autodichiarazione sui beni posseduti in terra d'origine un foglio rilasciato da consolati o ambasciate nel quale si attesta ufficialmente l'impossibilità di reperire il documento richiesto. Insomma, una specie di grottesca caccia al tesoro per soli cittadini extracomunitari.

Deluse, ovviamente, la società civile e la Chiesa lodigiane. «La sindaca e la sua giunta», si legge in un post Facebook del “Coordinamento Uguali Doveri”, «hanno deciso di continuare a vessare i cittadini non comunitari con richieste illegali e procedure che stanno diventano ridicole». Dopo 6 mesi si accorgono che i certificati richiesti sono solo raramente ottenibili, si legge nel post, e «ora chiedono alle centinaia di famiglie che hanno già speso tempo e soldi per recarsi nei consolati e ambasciate di ritornare nelle rappresentanze diplomatiche per farsi fare nuovi certificati, che dichiarano l'impossibilità di produrre quelli precedenti!».

Il regolamento, infine, resta discriminatorio, denuncia il Coordinamento, perché impone ancora ai cittadini stranieri extracomunitari, e non agli italiani, di produrre una documentazione aggiuntiva all'Isee.

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