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"Dichiarazione di Guatemala": gli Stati iberici si impegnano per uno sviluppo sostenibile

LA ANTIGUA-ADISTA. I capi di Stato e di governo ed i ministri di 22 Paesi hanno approvato il 17 novembre a La Antigua (Guatemala), al termine del 26 ° Vertice iberoamericano, la “Dichiarazione di Guatemala” (qui in spagnolo) che lancia un chiaro appello a tutti Paesi della regione affinché lavorino per lo sviluppo sostenibile incluso nell'Agenda 2023 dell'Onu, per l'uguaglianza tra uomini e donne, per la difesa del sistema democratico, delle migrazioni e dei mutamenti climatici.

Il documento, che porta la data del 16 novembre, è lungo 11 pagine. Gli impegni assunti dai Paesi presenti spaziano infatti nei più vari ambiti dell’attività umana e della condizione dei latinoamericani.

Particolare rilievo è dato al fenomeno migratorio regionale, soprattutto ai tre milioni di persone che hanno abbandonato il Venezuela negli ultimi anni e delle centinaia di migliaia di centroamericani che annualmente cercano rifugio negli Stati Uniti.

Il testo sollecita migrazioni «ordinate», controllate, ma come ha sottolineato la segretaria generale, Rebeca Grynspan, del Costa Rica, rigetta «tutti i segnali di razzismo, xenofobia e discriminazione». Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, presente ai lavori del summit, ha invocato – riferisce L’Osservatore Romano del 17/11 – «il rispetto della diversità, la solidarietà e gli incontri fra persone diverse» come alternativa «alla costruzione di muri e ai discorsi xenofobi e ultranazionalisti».

Al vertice erano assenti i capi di Stato di Cuba, Venezuela e Nicaragua. In loro rappresentanza, i rispettivi ministri degli Esteri.

*Foto di Axepineda tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza

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