
Gli affari immobiliari del vescovo di San Sebastián scandalizzano i fedeli. Che protestano
SAN SEBASTIÁN-DISTA. Tace il Vaticano, tace la Conferenza episcopale spagnola. Gli unici che parlano del progetto del vescovato di San Sebastián di trasformare proprietà ecclesiali in hotel sono i fedeli, indignati e scandalizzati dagli affari da immobiliarista su cui si è buttato il vescovo, mons. Ignacio Munilla, che intende ricavare 26 appartamenti da locali della stessa sede diocesana (attualmente ospita anche preti anziani) e una residenza di oltre sei piani con 150 posti dalla parrocchia di Tutti i Santi (XVI Sec). Parlano i fedeli, e si stupiscono del silenzio dei vertici.
La protesta, iniziata con una lettera firmata, a fine novembre, da 44 «cristiani laici e laiche» impegnati da anni nella Chiesa di San Sebastián anche come operatori pastorali, sta assumendo proporzioni e visibilità crescenti, sulla stampa e per le strade.
Il 15 dicembre, oltre 300 persone, organizzatesi nel collettivo #NoaEspaldasdelaDiócesis (no alle spalle della diocesi), hanno manifestato davanti alla Cattedrale esprimendo disapprovazione e sdegno per la destinazione di immobili ecclesiastici a fini di lucro. «Tutto questo – hanno spiegato in un testo che motiva la loro azione – sta accadendo in una diocesi dove quasi ogni notte, quasi 150 persone dormono fuori e dove i migranti vengono rinviati in Francia al confine di Irun».
E tutto questo avviene in una realtà ecclesiale in cui «la comunione diocesana è gravemente ferita». «L’autoritarismo» del vescovo, denunciano nel testo diffuso tra la gente, «ha fatto sì che diventassero superflui il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale, organi invece indispensabili alla riflessione e alla consultazione su temi decisivi»; «sono state soppresse, senza spiegazione alcuna le Giornate Pastorali annuali alle quali partecipavano circa 300 operatori pastorali»; «è scomparso l’Istituto di Teologia e Pastorale senza che se ne conosca il motivo». Intanto però, si osserva, «si dà vita ad iniziative strane, pellegrinaggi, devozioni pietistiche e continuano giungere da ogni dove preti e religiosi senza nessuna relazione, né conoscenza o sintonia con la realtà e la vita delle nostra diocesi».
E mentre «altre diocesi iniziano a promuovere "piani sociali" per "i senzatetto"», incredibilmente «la nostra diocesi si imbarca in un business alberghiero approfittando del "boom" turistico della città di San Sebastian». «Nelle nostre comunità cristiani, donne e uomini, stanno parlando in questi giorni di uno scandalo della Chiesa, difficile da capire. Noi che siamo qui non sappiamo quale accoglienza avrà questo gesto. Non sappiamo – conclude il manifesto di #NoaEspaldasdelaDiócesis – se qualcuno è veramente preoccupato per questa piccola diocesi a Roma o alla Conferenza episcopale spagnola».
*Foto di Zarateman tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
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