
15 personaggi in cerca di futuro: su “Famiglia Cristiana” gli auspici del card. Bassetti per il 2019
Sul numero di Famiglia Cristiana da ieri in edicola, «quindici personaggi d'eccezione» riflettono sull'anno che verrà, con altrettante lettere aperte che raccolgono le rispettive «attese e prospettive» sul 2019. Tra i protagonisti dello speciale spiccano i nomi del card. Gualtiero Bassetti (presidente della Cei),Vincenzo Boccia (presidente della Confindustria), Mariella Enoc (presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma), Andrea Camilleri (scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo) e Lucetta Scaraffia (firma storica dell'Osservatore Romano).
Apre la rassegna il presidente dei vescovi italiani, che invita a «ripensare l'Italia, partendo dai valori che ci uniscono». L'eredità del 2018 è infatti «pesante», esordisce Bassetti ricordando le 43 vittime del Ponte Morandi di Genova, la morte del giovane giornalista Antonio Megalizzi nell'attentato di Strasburgo e la «tragedia ignorata» dei migranti annegati nel Mediterraneo. Bassetti denuncia le «radici tossiche che il 2019 deve trovarci impegnati a rimuovere». I particolare i due sentimenti che hanno segnato il dibattito culturale e politico dell'anno passato: da un lato il «presentismo», il modo cioè di vivere l'istante come fosse unico e isolato nel tempo, svincolato da una storia che l'ha prodotto e da un futuro che contribuisce a forgiare; dall'altro il «cattivismo», quello stato cioè di ferocia continua, considerata l'unico modo di relazionarsi in politica, economica, ecc. «Il Dio che s’è fatto carne – sottolinea Bassetti – ci offre un diverso orizzonte di valori e suscita ben altri sentimenti: la consapevolezza che siamo parte di un progetto d’amore che postula un “prima” e contempla un “dopo”, e vive di speranza, ascolto, attenzione, impegno, misericordia, perdono. Non si tratta di utopie irrealizzabili. Credo che occorra ripensare l’Italia e in qualche misura rifarla a partire proprio da qui».
Per il Paese Bassetti auspica senso della comunità e del bene comune, sintesi delle differenze e cooperazione, ma riconosce che «viviamo, invece, uno stato di smarrimento che, in assenza di politiche rasserenanti, genera paure e angosce»: disoccupazione, precarietà nella vita e nelle relazioni, timore di vivere in società complesse e plurali. «Cresce la paura dell’altro perché non lo si riconosce più come un nostro simile. È paura soprattutto nei confronti del forestiero che, sempre più spesso, diventa una sorta di capro espiatorio di tutti i mali della nostra società».
Il povero, l'emarginato e il forestiero sono “luoghi teologici” per eccellenza e «appartengono alla Chiesa “per diritto evangelico”, come disse Paolo VI», ha poi sottolineato Bassetti. «Pertanto, in nome del Vangelo, chiediamo di non porre ostacoli, anche di natura legislativa, all’accoglienza e al primo aiuto dei migranti che giungono sulle nostre coste o che bussano alle nostre porte». L'accoglienza, precisa il presidente dei vescovi italiani come a prevenire la solita critica di “buonismo” spesso mossa ai rappresentanti della Chiesa italiana, si esercita con carità, senso di responsabilità e, «come sottolinea papa Francesco, secondo le possibilità effettive».
Altra concausa del diffuso sentimento di paura è la perdita del senso di appartenenza alla comunità europea, «come spazio di dialogo e di confronto». In merito alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo (maggio 2019) Bassetti auspica, citando papa Francesco, «che il dibattito che precederà quei giorni e i risultati che usciranno dalle urne vadano nella direzione di “un’Europa giovane, capace di essere ancora madre”», «un’Europa che sappia “investire nella vita, nella famiglia, nei giovani”», che «rappresentano una priorità assoluta».
Foto di Regione Umbria News, tratta da Flickr, immagine originale e licenza. L'immagine è stata ritagliata
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