
Sud Sudan: l'allarme dei vescovi sull'accordo di pace che non funziona
In un messaggio diffuso in chiusura dell'assemblea plenaria (Juba, 26-28/2) i vescovi del Sud Sudan denunciano che il Revitalised Agreement on the Resolution of Conflict in South Sudan (R-ARCSS) siglato a settembre – e che prevede la condivisione dei poteri da parte delle due fazioni rivali del presidente Salva Kiir e Riek Machar (l'ex vicepresidente accusato di golpe, poi tornato nel suo vecchio ruolo grazie a questo accordo) – non tiene, e sul territorio proseguono aggressioni, rapimenti, esecuzioni sommarie e violazioni dei diritti umani. Ne da notizia l'agenzia Fides il 2 marzo.
«Siamo estremamente preoccupati perché, nonostante l’accordo di pace, violenze e scontri continuano», dicono i vescovi, secondo i quali «l’attuazione dell’accordo è in ritardo» e «non si stanno affrontando le cause profonde dei conflitti». E se la pace «dovrebbe garantire beni di prima necessità e servizi alla popolazione», il giovane Paese africano, indipendente da circa 8 anni, resta ancora in balia di egoismi personali o tribali.
La firma di settembre rappresenta un passo avanti ma non basta, ribadiscono i vescovi, e la condivisione dei poteri prevista nell'accordo non fa che spingere i rivali ad un estenuante braccio di ferro per spartirsi le posizioni di prestigio. Resta poi il nodo dei piccoli gruppi politici, che denunciano di aver firmato l'accordo sotto pressione e di non essere stati coinvolti, e delle milizie territoriali, che non si sentono obbligati a rispettare l'Agreement.
Per queste ragioni il R-ARCSS deve essere rinegoziato e aggiornato, affinché gli impegni presi siano più stringenti e mettano tutti i gruppi politici interessati intorno al tavolo. «Rivolgiamo questo nostro messaggio a tutte le parti interessate – concludono i vescovi – compresi i nostri leader politici e militari, i firmatari dell'R-ARCSS e le parti che non lo hanno firmato, i nostri vicini nell'IGAD, i nostri amici nella comunità internazionale e tutte le persone di buona volontà». Questa pace è «imperfetta e invitiamo tutte le parti interessate e gli amici del Sud Sudan a collaborare per cercare un nuovo modello, un cambiamento di narrativa, per una ottenere un accordo di pace che vada oltre a quello attuale».
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