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Caso delle mense scolastiche: per il Tribunale di Milano a Vigevano è «discriminazione»

Caso delle mense scolastiche: per il Tribunale di Milano a Vigevano è «discriminazione»

Il caso è simile a quello di Lodi, che si è concluso con il pronunciamento del Tribunale di Milano sulla «condotta discriminatoria» in atto, e di altri Comuni a trazione leghista tra Veneto e Lombardia. Oltre al calcolo Isee, richiesto a tutti, per poter accedere alle agevolazioni per servizi come mense scolastiche e scuolabus i cittadini stranieri si vedono spesso costretti a presentare una documentazione integrativa, rilasciata dai rispettivi consolati, che attesti altri eventuali redditi e proprietà nel Paese d'origine. Data l'impossibilità per gli immigrati di reperire i documenti richiesti, in molti hanno ritenuto che le amministrazioni locali chiamate in causa avessero escogitato una strategia, chiaramente discriminatoria e propagandistica, per concedere tali agevolazioni ai soli cittadini italiani.

A Vigevano, provincia di Pavia, le cose non vanno tanto bene per i bambini poveri o immigrati. Nel 2013 è stata eliminata la fascia di gratuità delle mense scolastiche per bambini che provengono da famiglie – italiane e straniere – con Isee molto bassi, le quali si sono viste assegnare la tariffa, seppur minima, di 3.62 euro al giorno. In sostegno dei genitori meno abbienti della città, i cui figli risultano così discriminati per la loro condizione economica, sono intervenute due associazioni locali, che in cinque anni hanno raccolto oltre 80mila euro.

È del 4 ottobre 2017, poi, la delibera comunale che concede l'accesso dei cittadini stranieri «a prestazioni sociali agevolate» solo previa presentazione di «certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, legalizzati dalle autorità consolari italiane e corredati di traduzione in lingua italiana».

Sul “caso Vigevano” diverse associazioni si sono mobilitate per contrastare l'atteggiamento discriminatorio dell'amministrazione. In particolare Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, che sta raccogliendo le segnalazioni di casi simili di cittadini e avvocati in tutta Italia), Naga (associazione milanese che si occupa di assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita per cittadini stranieri, non solo regolarmente residenti) e Anolf (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere, nata oltre 30 anni fa in seno alla Cisl) si sono rivolte al Tribunale di Milano, che venerdì 27 marzo ha emesso un'ordinanza (qui il testo integrale firmato dal giudice Francesca Capelli) condannando, senza mezzi termini, la «discriminazione diretta» contro i bambini stranieri e le loro famiglie. Il «carattere discriminatorio» è da rintracciare secondo l'ordinanza emessa dalla Corte, laddove si richiede obbligatoriamente al cittadino non europeo di presentare la documentazione integrativa all'Isee, convalidata dalle autorità consolari in Italia e corredate di traduzione certificata. Pertanto il Tribunale di Milano «ordina al Comune di Vigevano» (e al suo sindaco leghista Andrea Sala) «di cessare il comportamento discriminatorio e pertanto di revocare o modificare la delibera» sotto accusa.


* Piazza Ducale a Vigevano. Immagine di Simona Scolari, tratta da Flickr, immagine originale e licenza. L'immagine è stata tagliata

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