
Trump inasprisce l'embargo contro Cuba. Cubani di Miami chiedono aiuto al papa
MIAMI-ADISTA. Organizzazioni dell’emigrazione cubana a Miami, riunite nella “Alianza Martiana” (fra le quali, la Fundación para la Normalización de las Relaciones Estados Unidos-Cuba, la Liga de Defensa Cubano Americana y Solidaridad Judía) hanno scritto a papa Francesco – riferisce l’agenzia Prensa Latina https://www.prensa-latina.cu/ il 22 aprile – perché «faccia quello che gli detta il suo cuore e la sua coscienza a favore di una popolo degno e coraggioso che oggi patisce molte privazioni per l’arrogante rabbia aggressiva di un potere imperiale accecato dalla sua impotenza».
Più specificatamente, la richiesta è che il pontefice «interponga i suoi buoni uffici di fronte all’Amministrazione Trump», artefice del ripristino di un embargo all’isola caraibica (il bloqueo era avviato al superamento dopo il ripristino delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi voluto da Barak Obama e Raúl Castro con la mediazione di papa Francesco, vedi qui e qui), le cui misure sono state rese note il 17 aprile scorso dal segretario di Stato Mike Pompeo e dall’assistente per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jhon Bolton. Bolton ha annunciato che saranno poste restrizioni ai viaggi verso Cuba dei cittadini statunitensi, la riduzione delle rimesse familiari e l’incorporazione di nuove imprese alla lista delle entità proibite per il commercio con gli Stati Uniti. Pompeo ha annunciato l’applicazione del titolo III della Legge Helms-Burton (1996), in base al quale a partire dal 2 maggio i cittadini statunitensi potranno avanzare richieste giudiziali per le proprietà nazionalizzate o confiscate da Cuba all’inizio degli anni ’60, a seguito della rivoluzione castrista.
«Tanto i cubani dell’isola, quanto noi che viviamo fuori della nostra patria, siamo stati lacerati nell’anima e nel corpo per le nuove misure di aggressione economica decise dagli Usa contro Cuba», confidano le associazioni firmatarie a Francesco. Credono che meschine ragioni elettorali delle politiche attuali chiudono il cammino al dialogo, alla pace e all’intesa fra nazioni vicine, i cui popoli non coltivano né odi né rancori. Sono infatti convinti, i firmatari, che «la politica dell’odio e della rvalsa crudele non ha nulla a che vedere con la riconosicuta nobiltà del popolo nodamericano, che aveva salutato, con la sua approvazioe più entusiasta, il ristabilimento delle relazioni diplomatiche fra Cuba e gli Stati Uniti». «Oggi, quando Cuba vive aperta al modno e il mondo è aperto a Cuba», aggiungono facendo eco all’esortazione che pronunciò Giovanni Paolo II quando visitò l’Isola nel gennaio del 1998, «il governo degli Stati Uniti si chiude a Cuba e si chiude al mondo».
La lettera è stata affidata all’arcivescovo di Miami, Thomas Wenski, perché se ne faccia latore presso Francesco.
*Foto di US Mint (Philadelphia), tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza
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