
Abusi su minori: "La Procura si è svenduta all'episcopato". In Cile, dure reazioni all'accordo Procura-vescovi
SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Il 30 aprile, la Conferenza Episcopale del Cile (CECh) e la Procura della Repubblica hanno firmato un “Accordo di collaborazione” per «favorire lo scambio di informazioni relative a indagini passate, presenti e future riguardanti crimini di natura sessuale commessi da chierici diocesani contro bambini o adolescenti, o persone in situazione di disabilità al momento degli eventi, proteggendo la riservatezza richiesta da alcune delle persone che si sono rivolte alla CECh». Le firme in calce al testo sono quelle del presidente della CECh, mons. Fernando Ramos, e del procuratore nazionale, Jorge Abbott.
Presentado l'accordo alla stampa, nons. Ramos ha affermato che «quando si tratta di cercare la verità e la giustizia nei crimini di abusi sessuali su minori, la Procura nazionale e la Chiesa cattolica non sono controparti, ma collaboratori, perché siamo animati dallo stesso obiettivo. Noi come Conferenza Episcopale, con l'adesione di tutti gli arcivescovi e vescovi diocesani e gli amministratori apostolici equiparati nel diritto, facciamo nostro quanto affermato nel contratto che abbiamo firmato oggi» e che «si applica a tutte le giurisdizioni ecclesiastiche del Cile». Ramos ha sollecitato anche tutte le congregazioni e gli ordini religiosi ad aderire all'accordo.
Ramos ha sottolineato che si tratta di un accordo nuovo, mai registrato in nessun Paese. Ha aggiunto che è guardato con attenzione e interesse dalla Santa Sede, perché può servire ad illuminare altre realtà. Il procuratore Abbott ha convenuto che questo accordo possa servire da punto di riferimento per altri Paesi e ha messo l’accento sul fatto che «la collaborazione fra le due istituzioni ci permetterà di compiere ciò che le persone si aspettano da noi».
I firmatari sono ovviamente soddisfatti del risultato raggiunto. Non lo sono per nulla due fra le più note e combattenti vittime dell’abusatore e ora ex prete Fernando Karadima: James Hamilton e Juan Carlos Cruz. Attraverso il suo account Twitter, riferisce il quotidiano cileno El Mostrador, James Hamilton ha dichiarato che «questo accordo è un grande errore etico e legale dell'Ufficio del Procuratore, dal momento che concorda tacitamente su qualcosa che è precisamente il punto da indagare: l'insabbiamento e la mancanza di trasparenza». Una «mossa del terrore», ha proseguito su un’altra pubblicazione, perché le due entità «si accordano sul fatto che la Chiesa coopererà dando per scontato che agisce bene quando è proprio questo l'oggetto dell'indagine, che non agisce bene. Questo si chiama dare carta bianca». «L’Ufficio del Procuratore si è svenduto alla Conferenza episcopale».
Non ci è andato più leggero Juan Carlos Cruz: «Questi delinquenti dell’episcopato ricorrono a tutto pur di evitare di finire sotto inchiesta. Sarebbe bene che Abbott non gli reggesse il gioco», «non facciano passi indietro». «Disgusta – ha aggiunto – vedere il procuratore Abbott firmare un accordo con l’episcopato, lasciarsi ingannare da esso. Hanno tutti coperto il crimine di abuso sessuale, sono terrorizzati dal finire in carcere. Facciano piuttosto un accordo con le vittime, che sono quelli che chiedono giustizia!».
Il quotidiano registra anche la ferma e irritata reazione del deputato indipendente (fino al 2016, del Partito Democratico Cristiano) René Saffirio: «Impossibile – è stata la sua esclamazione – trovare qualcosa di più illegale e immorale di questo accordo di colalborazione firmato oggi fra la Procura, l’organo che deve investigare e perseguire i delinquenti, e la Chiesa cattolica, istituzione sotto indagine per delitti sessuali contro minori! Dove sta la Repubblica?». (Il pdf integrale dell'accordo, in lingua spagnola, si può scaricare accedendo al seguente indirizzo: http://www.iglesia.cl/38297-conferencia-episcopal-suscribe-convenio-con-ministerio-publico.html).
*Immagine tratta da publicdomainpictures.net. Originale e licenza
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