
Movimento 5Stelle: disegno di legge per recuperare l’Ici non pagato dalla Chiesa
ROMA-ADISTA. La Chiesa paghi l’Ici che non ha versato fra il 2006 e il 2011. Lo chiedono 76 senatori del Movimento 5Stelle che hanno depositato un ddl per recuperare l'Ici non pagata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011 e a far pagare l'Imu per quegli immobili sfruttati commercialmente ma che «eludono l'imposta». Una richiesta arrivata anche dall’Europa ma che mai i governi italiani hanno ottemperato.
L’esenzione Ici sugli immobili della Chiesa fu introdotta subito, nel 1992. A metà anni ‘90 il Comune dell’Aquila avviò un contenzioso con l’Istituto delle suore zelatrici del Sacro Cuore, chiedendo il pagamento dell’Ici per alcuni edifici usati come casa di cura per anziani e pensionato per studentesse universitarie. Dopo una lunga battaglia legale, la Cassazione stabilì che l’attività delle suore non era né di culto né benefica – come prevedeva la legge – ma commerciale: anziani e studentesse pagavano l’ospitalità, quindi l’Ici andava versato.
A quel punto ci fu l’intervento “provvidenziale” di Berlusconi (presidente del Consiglio) e Tremonti (ministro dell’Economia), che nel 2005 modificarono la legge: esentati dall’Ici tutti gli immobili di proprietà ecclesiastica in cui si svolgevano anche attività commerciali purché «connesse a finalità di culto». Un condono tombale.
L’anno successivo Prodi (premier) e Bersani (ministro dello Sviluppo economico) corressero la rotta – anche perché l’Ue si stava muovendo, dopo una denuncia dei Radicali –, giocando di avverbio: esenzione per gli immobili di proprietà ecclesiastica (e non profit) destinati al culto e ad attività assistenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, purché «non abbiano esclusivamente natura commerciale». Il «non esclusivamente» sanò alcune situazioni limite, ma mantenne intatti i privilegi delle migliaia di conventi trasformati in alberghi.
Nel 2012 arriva l’Imu (governo Monti) che conferma l’esenzione, ma separando le superfici in cui venivano svolte attività sociali e di culto da quelle destinate ad attività commerciali: esenti le prime, paganti le seconde. Una formula che ottenne anche il gradimento di Bruxelles. Che però chiede all’Italia di recuperare le somme non versate fra il 2006 e il 2011
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