
Carta di Roma: le notizie sui migranti aumentano, ma fanno meno paura
“Notizie senza approdo”, il settimo rapporto dell’associazione Carta di Roma (nata nel 2011 per attuare il protocollo deontologico per una corretta informazione sull'immigrazione) – curato dall’Osservatorio di Pavia in collaborazione con l’Osservatorio europeo sulla sicurezza – segnala un dato interessante, che fa del 2019 un anno di svolta dopo un lungo trend negativo: continua ad aumentare la sovraesposizione mediatica sul tema dell’immigrazione ma, per la prima volta, al boom di notizie su stampa e tv non si accompagna un altrettanto marcato aumento della paura e della percezione di insicurezza nella popolazione, che torna ai livelli del 2013-2014.
L’indagine – presentata ieri alla Camera dei Deputati – ha preso in esame il contenuto delle prime pagine di un campione di quotidiani nazionali (Avvenire, La Stampa, Il Giornale, La Repubblica, il Corriere della Sera e Il Fatto quotidiano) e le notizie delle edizioni di prima serata dei Tg delle principali emittenti tv (Rai, Mediaset e La7). Sono 1.091 le notizie del 2019 che parlano di immigrazione sulle prime pagine dei quotidiani italiani, «il 30% in più rispetto all’anno precedente», sottolinea l’associazione. La situazione è identica se si volge lo sguardo dalla stampa alla tv: «4.002 le notizie sull’immigrazione» nei tg nazionali; «inoltre il primo semestre del 2019 ha dedicato all’immigrazione il numero più alto di servizi degli ultimi 15 anni».
«L’attenzione sugli sbarchi e sui flussi migratori – spiega Ilvo Diamanti (docente dell’Università di Urbino, direttore scientifico di Demos&Pi) all’interno del dossier – riflettono logiche e, talora, interessi “politici”. Ma anche e sempre più “mediatici”. Perché gli sbarchi, i migranti, gli stranieri generano preoccupazione. Talora paure. E le paure fanno spettacolo. Alzano l’audience».
Nonostante la sovraesposizione mediatica, che raggiunge picchi record, il Rapporto 2019 regista un «distacco fra rappresentazione e percezione» che si sono sempre accompagnati e alimentati a vicenda, incuranti della realtà dei fatti. Chiarisce Diamanti che gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una «campagna elettorale permanente, nella quale le migrazioni e i migranti hanno svolto e svolgono un ruolo importante. Sono eventi e attori protagonisti che suscitano inquietudine, insicurezza. Sentimenti che mantengono elevata l’attenzione del pubblico. E degli elettori». E nello «spettacolo della politica», e in particolare in assenza di una «contro-narrazione», il leader leghista Matteo Salvini ha saputo cavalcare le ansie e capitalizzare i consensi del popolo con la sua retorica della paura.
E qui sta la novità del Rapporto 2019, prosegue ancora Diamanti: «I tempi sono (sembrano?) cambiati». Per aumentata coscienza o rinascita dei valori di solidarietà e accoglienza? Macché, piuttosto «per abitudine e per noia». Dice Diamanti che «la percezione si sta “arrendendo”. Quantomeno, si sta rassegnando all’evidenza più che alla comunicazione». Il professore attribuisce questo “calo” «al senso di assuefazione di fronte a messaggi proposti e reiterati a lungo e da lungo tempo. Alla fine, questa ridondanza produce effetti contro-intuitivi». «La “banalizzazione dello straniero” e del “migrante” – aggiunge – indica un sentimento di “accettazione” nei confronti di un fenomeno, enfatizzato e amplificato ben oltre le misure reali. Perché ci si abitua a tutto. Anche all’incertezza. E alla paura».
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