
Perché San Torpete è chiusa per le feste
Riproduciamo qui di seguito il testo pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro, edizione ligure, domenica 15-12-2019 da Paolo Farinella, parroco a S. Torpete, Genova. Per il secondo anno consecutivo don paolo, biblista, saggista, "prete di forntiera" ha scelto di non celebrare la messa nella sua comunità. Il questo articolo spiega le sue ragioni
Nel rispetto dei doveri di parroco, poiché sono attento alle norme del Diritto Canonico, per il 2° anno consecutivo, a San Torpete non si celebrano le feste di Natale, esclusa l’Epifania. È scelta pastorale e teologica. Sono certo che un giorno diventerà norma abituale. A me l’onere di anticiparla di qualche giorno. Poca fatica perché vi sono abituato e alla mia età non ho velleità di «fare notizia», ma non posso venire meno alla mia coscienza. La Chiesa ufficiale, d’altra parte, arriva sempre in ritardo, adeguandosi tranquillamente a tutto ciò che fino al giorno prima proibiva e minacciava. Si sa, ormai storicamente è provato, che la gerarchia è sempre fuori della storia: avendo rinunciato alla profezia, si adegua al costume del mondo con fecondo opportunismo.
Su «Il Cittadino» (15-12-2019), settimanale ufficiale della Curia di Genova, svetta in prima pagina il titolo in rosso: «Natale è carità» con foto di poveri a tavola «il giorno di Natale». Sotto, altre tre foto del cardinale Angelo Bagnasco attorniato da militari per la Messa di Natale e sotto ancora a destra una foto con un presepe e il titolo «Speciali Presepi». Il Papa è andato a Greccio per firmare un documento sull’importanza del Presepe. Nulla di strano in tutto questo: è il solito tran-tran che gira come un destino inesorabile per macinare tempo, lasciandoci sempre uguali. Natale ormai è la «giornata dei poveri» con pranzi nelle chiese, gran movimento, suoni di trombe sulla carità, intesa come «elemosina».
Se Di Maio ha abolito la povertà, noi siamo peggio perché diamo l’impressione che i poveri esistono solo il giorno di Natale. Gesù e il Presepe sono funzionali in chiave emozionale, commovente per poi tornare a casa e osannare e invocare Salvini che, armato di presepi e madonne di Medjugorje che manda WhatsApp affettuosi, spara parole di fuoco su Gesù migrante, Gesù ai confini, Gesù perseguitato, Gesù senza permesso di soggiorno.
Il cardinale celebra la «Messa militare» per uomini e donne «di fede, di pace e libertà, servi di sicurezza, ordine e difesa del bene della società». Spero che non pensi agli implicati nella strage di Piazza Fontana: il 12-12 era il 50° della strage di Stato. Spero non intenda i militari della trattativa, i pestatori omicidi di Stefano Cucchi, i sanguinari violenti nella sua Genova del G8. Un prete in mezzo ai militari non può stare. Natale non è una foglia di fico, goduria civile drogata per orge di ogni genere, ma la condanna di un mondo, specie ecclesiastico, che ha preferito lo spirito mondano a quello del Vangelo «sine glossa».
Celebrate pure il vostro rituale Natale, San Torpete chiude la chiesa per aprire le porte a Cristo, restando avvolto «nel silenzio profondo che avvolge ogni cosa». San Torpete, in compagnia dei Padri della Chiesa dei primi secoli che proibiva ai cristiani di fare il soldato, sceglie il «non-rito», per altro convenzionale, a maggior gloria di Dio, per coerenza di fede e di coscienza.
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