
Corridoi umanitari: a Milano, ebrei e cristiani accolgono una famiglia musulmana
Proprio una bella storia di accoglienza e dialogo. E un «esempio» che, si augura il presidente della Comunità Ebraica di Milano, Milo Hasbani, si spera «possa essere seguito anche da altri». Tutto si svolge nell’ambito del progetto dei “corridoi umanitari” avviato nel 2016 in Italia da FCEI (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), Tavola Valdese e Comunità di Sant’Egidio. Una famiglia siriana e musulmana di Aleppo, composta da sette persone di cui 4 minori, è arrivata ieri a Milano ed è stata accolta dalla Comunità ebraica della città. «Anche l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) e la Comunità Ebraica di Milano sostengono i corridoi umanitari», annuncia la Comunità di Sant’Egidio. Grazie alla partecipazione dell’UCEII, «si amplia l'alleanza di comunità di credenti che, di fronte alla guerra e all'immigrazione, si uniscono per costruire ponti».
I sette siriani saranno ospitati in un appartamento nella zona sud della città, secondo il modello dell’«accoglienza diffusa» che è alla base del progetto dei corridoi umanitari e che favorisce l’incontro, la conoscenza reciproca e «l’inserimento dei profughi arrivati nel tessuto civile e sociale del Paese, nel circuito scolastico per i minori e in quello lavorativo per gli adulti», con grande beneficio non solo dei rifugiati ma anche delle comunità che accolgono.
Sottolinea Giorgio Mortara, vicepresidente dell’UCEI, che la Torah parla di fratellanza universale e impone di aiutare il forestiero. «Il malessere di chi arriva da fuori è un punto sensibile per gli ebrei, sollecitati come siamo dalla nostra stessa esperienza storica», prosegue Mortara. Le comunità ebraiche d’Italia, già attive in tal senso a Firenze, Torino e Milano intendono «creare una rete di sussidiarietà e aiuto per migliorare le condizioni di queste persone in grande difficoltà e contribuire alla loro integrazione, contando anche sulla collaborazione con le strutture sociosanitarie e con altre organizzazioni e di volontariato sociale, al fine di aumentare l’offerta di aiuto. Naturale era quindi la collaborazione con le organizzazioni che promuovono i Corridoi Umanitari con le quali le comunità ebraiche già interagiscono a livello locale come Sant’Egidio e la Tavola valdese».
Il presidente della Comunità Ebraica di Milano ringrazia la Comunità di Sant‘Egidio per l’opportunità offerta con l’accoglienza dei siriani. «Abbiamo coinvolto varie Associazioni Ebraiche, come il Bene Berith, l’AME, il volontariato Federica Sharon Biazzi Onlus e i movimenti giovanili della Comunità Ebraica Hashomer Hatzair e Benè Akiva, tutti con grande bagaglio ed esperienze nel campo del volontariato. Spero che questo esempio possa essere seguito anche da altri».
In chiusura del comunicato, Giorgio Del Zanna della Comunità di Sant'Egidio: «Occorre unire le forze per rispondere a una duplice crisi epocale, la guerra in Siria e l'incapacità delle nazioni europee di dare risposte adeguate all'immigrazione. In un clima segnato dalla logica dei muri e dell'antisemitismo crescente una risposta efficace è l'amicizia solidale di comunità di credenti che si uniscono per costruire ponti: è in questo spirito che ebrei e cristiani accolgono questa famiglia musulmana».
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