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Accordo Italia-Libia: la Farnesina annuncia modifiche. La delusione della società civile

Accordo Italia-Libia: la Farnesina annuncia modifiche. La delusione della società civile

Il Memorandum di Intesa Italia-Libia, siglato da Gentiloni e Serraj il 2 febbraio 2017, è stato tacitamente rinnovato, senza modifiche, allo scadere del terzo anno. Le aspettative della società civile sulla “discontinuità” promessa dal governo giallo-rosso in materia di politiche migratorie e tutela dei diritti umani sono così cadute nel vuoto, generando grande delusione (v. Adista n. 6/20). La mobilitazione mediatica e il mailbombing promossi dalle realtà afferenti alla Campagna #ioaccolgo – tra le altre, Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, Legambiente, Oxfam – hanno suscitato, se non altro, la reazione «fuori tempo massimo» dei ministri Di Maio e Lamorgese, i quali hanno cercato di mettere una toppa affermando che il rinnovo automatico dell’accordo bilaterale non impedisce alle due parti di apportare successivamente delle modifiche. Ennesima promessa alla quale nessuno, però, sembrava credere.

E invece, il 9 febbraio scorso, la Farnesina ha emesso la seguente nota: «È stata inviata oggi alle Autorità libiche la proposta italiana che rivede e aggiorna il Memorandum bilaterale del 2017 per la cooperazione in campo migratorio. Il testo introduce significative innovazioni per garantire più estese tutele ai migranti, ai richiedenti asilo ed in particolare alle persone vulnerabili vittime dei traffici irregolari che attraversano la Libia e per promuovere una gestione del fenomeno migratorio nel pieno rispetto dei principi della Convenzione di Ginevra e delle altre norme di diritto internazionale sui diritti umani».

Resta comunque difficile credere che le modifiche annunciate dal Ministero possano stravolgere l’impianto di un accordo definito da molti come una vergogna, una pagina nera della storia d’Italia.

Il Memorandum «di fatto ha dato soldi, mezzi e addestramento, in collaborazione con l'UE, per perpetrare un crimine contro l'umanità: catturare in mare migliaia di profughi e riportarli alle bombe e alle torture». È il commento, diffuso su Facebook in seguito all’annuncio della Farnesina, di Alessandra Sciurba, presidente dell’associazione Mediterranea-Saving Humans, piattaforma di realtà della società civile italiana (tra cui Arci e la ong Sea Watch Italia), che si occupa di ricerca e salvataggio dei migranti naufraghi in mare. «Invece di stracciare con vergogna quell'accordo – accusa Mediterranea – adesso si pensa che inserire due righe sulla tutela dei diritti umani basti a lavarsi la coscienza, mentre in Libia è scoppiata una guerra terribile e gli stessi cittadini di quel Paese rischiano ogni giorno la vita. Quali sono i veri interessi, oltre la propaganda politica, che spingono a una simile ipocrisia? Quanto ancora pagheremo torturatori, stupratori e criminali internazionali? Quanto caro sarà il prezzo che questo governo senza coraggio pagherà per avere continuato a disprezzare la vita umana?».

Si unisce al vespaio di polemiche anche il Centro Astalli dei gesuiti: «Da ieri mattina – si legge in una nota di ieri – 91 persone sono alla deriva nel Mediterraneo: le speranze di soccorrerli da vivi si affievoliscono sempre più». In mare ci sono solo le Ong ma la loro azione, per quanto «meritoria», si dimostra «insufficiente di fronte alla insostenibile situazione che stanno vivendo migliaia di migranti che cercano legittimamente di fuggire dalla Libia in cerca di protezione in Europa». Di fronte a questo scenario, commenta il presidente p. Camillo Ripamonti, «il richiamo al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali nella nota emessa dalla Farnesina per la revisione del memorandum con la Libia, sembra essere una stridente contraddizione. Per il Centro Astalli è urgente ripristinare un’azione europea di ricerca e soccorso in mare per i migranti in difficoltà, aprire canali umanitari sicuri che evitino la morte di migliaia di innocenti, vittime del traffico di esseri umani, e realizzare un’azione volta alla costruzione e al mantenimento della pace in Libia, un paese nel caos in cui i migranti vengono sottoposti quotidianamente a torture e abusi».


* Immagine di manhhai del 2009 tratta da Flickr, immagine originale e licenza. La fotografia è stata tagliata

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