
Card. Hummes: il papa affida ai vescovi l'applicazione del Documento finale del Sinodo
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. In un'intervista esclusiva rilasciata a Vatican News (12/2), il cardinale Cláudio Hummes, relatore generale del Sinodo dei vescovi per l'Amazzonia e presidente di Repam (rete ecclesiale pan-amazzonica), ha detto che l’Esortazione apostolica di papa Francesco Querida Amazonia è la continuazione di un processo di attenzione alla regione amazzonica, culminato, per ora, nella realizzazione del Sinodo nell’ottobre scorso. Un’attenzione che «risuona in tutto il mondo, non solo in Amazzonia», peprché ha «a che fare con l'intera questione ecologica e socio-ambientale», con «la questione della povertà», con «la questione culturale» e «con la Chiesa universale in tutto il mondo». Il Sinodo, però, «voleva affrontare la realtà amazzonica, il suo popolo amazzonico e la Chiesa in Amazzonia. Quindi, ora dobbiamo continuare questo processo, tornando alle basi e iniziando a costruire lì alcune delle organizzazioni necessarie, ad esempio l’organismo ecclesiale per la Pan-Amazzonia», che «coordinerà e animerà l'intero processo», e in vari campi, compresi quelli dell’educazione e della comunicazione.
Sul silenzio di papa Francesco, nell’Esortazione apostolica presentata il 12 febbraio, in merito ai viri probati, ovvero all’ordinazione sacerdotale di uomini sposati, dom Claudio afferma che «è difficile dire se deluderà o meno. Non so dirlo». D’altronde «il Papa ha chiarito che l'intero documento, non alcuni punti sì e altri no, ma l'intero documento sia messo in pratica».
Querida Amazonia «è un testo molto bello e molto significativo», ritiene Hummes, «con molti contenuti, in cui il Papa presenta il documento (finale del Sinodo, ndr) e sollecita a che la Chiesa accolga il documento, lo legga, lo metta in pratica. Dice chiaramente che l'intera Chiesa si impegni a fondo a metterlo in pratica. E proprio per questo, non cita alcun numero, nessun parte del Documento finale, esattamente per dire che non ci sono parti, punti che possono essere esclusi. Questo è molto chiaro», secondo il cardinale, com’è chiaro che il Sinodo celebrato nell’ottobre 2019 «fa parte di un processo», cui ora si aggiunge l'Esortazione del papa. È il momento di «tornare alle basi lì, ancora una volta, per iniziare insieme alla gente a costruire percorsi» sulla via di un processo «che ha avuto un punto culminante, sì, al Sinodo, ma non si è concluso qui. È un percorso che dobbiamo ancora percorrere, continuare a percorrere, come la Chiesa dovrà sempre fare nella storia».
Dom Hummes è da anni uno sponsor dei viri probati, il cui servizio ritiene necessario per ovviare alla scarsità di sacerdoti che possano assicurare l’eucarestia alle comunità più lontane, irraggiungibili e povere. Se papa Bergoglio ha indetto il Sinodo panamzzonico è stato anche preché ha avvertito la pressante preoccupazione pastorale che gli giungeva da Hummes. Oltre che, non bisogna dimenticare, dal vescovo, ormai in pensione, della diocesi amazzonica di Xingu, mons. Erwin Krautler. Prorpio a Krautler, che gli esponeva la difficoltà di soddisfare le necessità sacramentali dei fedeli sparsi in un territorio vastissimo, a causa di un numero di sacerdoti ridotto all’osso, Francesco aveva detto: «Le Conferenze episcopali regionali e nazionali dovrebbero cercare e trovare il consenso su una riforma e proporne a Roma le linee» (v. Adista Notizie n. 16/14). Il consenso lo hanno trovato, i vescovi, in 20 giorni di discussione sinodale, e la proposta l’hanno avviata nel Documento conclusivo del Sinodo. Roma non ha “accusato ricevuta”, e ha scelto di tacere. Vien da pensare – se si vuole condividere l’ottimismo di dom Hummes – che se qualche vescovo avesse l’ardire di ordinare degli uomini sposati appartenenti a comunità irraggiungibili, il papa, pur non avendo nulla decretato in merito, non riproverebbe.
*Foresta pluviale a Xingu. Foto di Imba, tratta da Vikipedia Commons, immagine original e licenza
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