
Confine greco-turco: appello della società civile per ripristinare il diritto
A Buon Diritto, Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cir, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Emergency, Campagna “Ero Straniero”, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), Focsiv, Fondazione Migrantes, Legambiente, Open Arms, Welcoming Europe-Per un’Europa che accoglie e decine di altri organismi hanno sottoscritto l’appello promosso dalla campagna #ioaccolgo e indirizzato al Parlamento Europeo, «affinché venga fermata la violenza e l’uso della forza contro persone inermi al confine tra Ue e Turchia e venga ristabilita la legalità e il rispetto dei diritti umani, in primo luogo il diritto d’asilo».
Quanto sta accadendo al confine greco-turco «è frutto di scelte sbagliate fatte con l’obiettivo di esternalizzare le frontiere e impedire alle persone in fuga da guerre e persecuzioni di arrivare in Europa per chiedere protezione». L’appello si riferisce chiaramente al controverso accordo da 6 miliardi di euro stipulato dall’Unione e dalla Turchia nel marzo 2016 per arrestare il flusso di profughi per lo più siriani diretti in Europa: un patto, si legge, «sbagliato» e «controproducente. I governi e le istituzioni europee hanno fornito alla Turchia un’arma di ricatto che consente di usare le persone come fossero merce, cancellando la nostra storia, i principi delle costituzioni europee e la civiltà del diritto».
I firmatari dell’appello sostengono che la Grecia, con il beneplacito dell’Ue, «ha messo in atto una vera e propria guerra, con l’uso di armi e violenza indiscriminata, contro uomini, donne e minorenni indifesi». Una guerra «contro civili inermi», una «barbarie» ingiustificata e proibita dal diritto internazionale.
In particolare, al momento, sono violati principi, come quello fondamentale di non respingimento (non refoulement), e diritti, come quelli di asilo e di accoglienza di chi cerca protezione internazionale. L’appello chiede all’Unione di riaffermare e tutelare in Grecia questi principi e diritti, e chiede altresì «un piano europeo di redistribuzione dei richiedenti asilo, con quote adeguate e con priorità per i minori stranieri non accompagnati e situazioni vulnerabili».
Così concludono le associazioni firmatarie: è urgente «ribadire quei principi di solidarietà e umanità che sono parte fondante dell’Unione Europea e ai quali non possiamo rinunciare se non vogliamo cancellare la nostra storia e alimentare i sentimenti anti europei e anti democratici che mettono a rischio l’esistenza stessa dell’Ue».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!