
“Querida Amazonia”: tre sogni e un incubo. Ancora critiche all'esortazione post-sinodale
Tratto da: Adista Documenti n° 11 del 21/03/2020
DOC-3052. ROMA-ADISTA. Di tutti i teologi della liberazione, Leonardo Boff è stato quello che, addirittura fin dal primo giorno del pontificato di papa Francesco, ha assunto con più convinzione le sue difese. Ed è un sostegno, il suo, che non ha fatto che crescere nel corso del tempo, assumendo, in particolare, note realmente entusiastiche nei confronti della storica enciclica Laudato si', da lui definita la carta magna dell'ecologia integrale. Se dunque, rispetto all'Esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia, l'ecoteologo brasiliano si è spinto a rivolgere al papa per la prima volta critiche così esplicite, la sua delusione deve essere stata realmente profonda.
Una delusione, certo, limitata solo all'ultima parte dell'esortazione, essendo per lui le prime tre, quelle relative al sogno sociale, a quello culturale e a quello ecologico, degne della massima ammirazione. E totalmente in linea con lo spirito profetico della Laudato si', a cui rimandano con forza frasi del tipo «Siamo acqua, aria, terra e vita dell’ambiente creato da Dio. Pertanto, chiediamo che cessino i maltrattamenti e lo sterminio della Madre terra. La terra ha sangue e si sta dissanguando, le multinazionali hanno tagliato le vene alla nostra Madre terra».
Ma il fatto che i problemi si limitino all'ultima parte, anzi appena alla seconda metà della parte dedicata al sogno ecclesiale, non rende la delusione meno cocente: più che un sogno, scrive Boff, sembra un incubo. Uno schiaffo agli indigeni a cui è vietato l'accesso al sacerdozio (perché «i popoli originari non possono nemmeno immaginare un indigeno celibe»), ai teologi/ghe, vescovi, missionari/ie loro alleati e alle donne che si vedono ancora negare il diaconato, che si sentono una volta ancora relegate in una categoria inferiore. Uno schiaffo che, come riferisce la teologa femminista Tina Beattie, docente di Studi cattolici all'University of Roehampton a Londra, ha riempito di rabbia e dolore molte donne cattoliche, convinte di non poter più restare in una Chiesa «così ostinatamente decisa» ad escluderle «persino dal dialogo». Uno schiaffo che papa Francesco non è stato in grado di evitare, intrappolato com'è, denuncia la teologa, nella sua «fantasia sentimentale » sulla “donna”. Cosicché, «mentre, nel mondo reale, i ruoli e le identità di genere sono agili e malleabili, egli immagina la “donna” come un archetipo congelato nel tempo, con la funzione di “addolcire” la cultura maschile con la tenerezza e la ricettività femminili».
In una nostra traduzione rispettivamente dal portoghese e dall'inglese, proponiamo il testo che ci ha inviato Leonardo Boff qui e quello di Tina Beattie, pubblicato su The Tablet del 20 febbraio (e rilanciato dalla rivista IHU on-line il 24 febbraio), qui.
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