
Migranti in Grecia: un rapporto sulla «peggior catastrofe umanitaria in Europa»
Ricorreva ieri il quarto anniversario dell’accordo Ue-Turchia, attraverso il quale l’Unione Europea decideva di sborsare ben 6 miliardi di euro al governo di Erdogan per contenere gli ingenti flussi migratori che, generati in particolare dalla crisi siriana, puntavano ad oltrepassare le frontiere europee. Dopo quattro anni precisi, un rapporto del Greek Council for Refugees (Gcr) e Oxfam «fotografa le condizioni disumane e le detenzioni indiscriminate di cui sono vittime uomini, donne e bambini, nei cinque campi allestiti dalla Ue nelle isole greche, per effetto delle politiche illegali esercitate dal governo greco e dell’indifferenza della Ue e dei suoi stati Membri».
Il Rapporto denuncia quella che ritiene «la peggior catastrofe umanitaria in Europa», la quale conta 40mila migranti «intrappolati in condizioni disumane», «vittime di sofferenze inimmaginabili»; chiede all’Unione un «immediato cambio di rotta» nelle politiche migratorie; invita la Grecia, da un lato, a fornire aiuti umanitari ai richiedenti protezione e, dall’altro, ad allentare la sovrappopolazione dei campi di accoglienza (ad oggi, 6 volte più popolosi della capacità prevista).
Secondo il policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam, Paolo Pezzati, nulla può giustificare detenzione e respingimenti. «Allo stesso tempo – ha aggiunto – gli stati membri della Ue hanno il dovere umanitario di intervenire accogliendo i tanti disperati che sono allo stremo in Grecia».
«Questa è una crisi umanitaria che colpisce chi fugge da guerre e persecuzioni», ha detto anche Spyros-Vlad Oikonomou del Grc: «Una situazione che è diretta conseguenza dell'accordo tra UE e Turchia, che ha trasformato persone bisognose di sicurezza e dignità in pedine di scambio di giochi politici, che mettono in secondo piano il rispetto dei diritti umani fondamentali».
Qui il rapporto (in inglese) del Greek Council for Refugees e Oxfam
* Immagine di Ggia, tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza. L'immagine è stata rifilata.
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