
DENTRO LE MURA / 2: Morire da soli
Dentro le mura
È qui che siamo. Tutti dentro le mura, ospiti forzati delle nostre case per il più alto bene comune, la vita: la dobbiamo proteggere da noi stessi, tutti possibili vettori di un virus che troppo spesso non perdona chi non “sa” resistergli. Costretti i nostri corpi a muoversi lungo perimetri brevi e immodificabili, sono libere le nostre menti di spaziare e sondare profondità che raramente frequentiamo, per mancanza di tempo, di silenzi, di piccole solitudini. Voli di cui ci giungono tracciati sotto forma di testi, riflessioni, lettere, e ai quali Adista apre qui un luogo virtuale perché vi facciano nido, fecondino altre menti, portino pensieri, empatie, confidenze. Il nido non ha porte. Depositate qui i vostri pensieri, li metteremo in rete. Scrivete a info@adista.it mettendo in oggetto “Dentro le mura”. Vi attendiamo!
Morire da soli
Ho sentito tanti buoni propositi in questi tempi di coronavirus, ma di buoni propositi sono lastricate le vie dell'inferno. Io non credo che l'uomo possa cambiare data la doppia natura di homo sapiens e homo demens, che è la condizione descritta da Freud della convivenza nell'uomo di Eros e Thanatos (amore e morte). Il cambiamento avverrà attraverso una lunga evoluzione e qualche mutazione, come quelle che abbiamo fatto dai nostri antichi progenitori a noi, ma mantenendo sempre una forte dose di ferocia, superiore a qualsiasi animale. L'animale uccide per fame, l'uomo per semplice necrofilia.
Detto questo, non farò, perciò, un sermone, aggiungendomi ai tanti prodotti in questi mesi.
La mia riflessione di questi giorni è sulla morte. Tutti moriamo da soli. E tuttavia, quando ciascuno di noi muore, quando abbiamo perso le persone a noi più care, un genitore, un fratello, un amico, lo abbiamo potuto piangere, seduti intorno alla loro bara a tesserne gli elogi, a ricordare episodi della loro vita e poi abbiamo potuto dare loro l'estremo saluto in chiesa e al cimitero.
Le vittime del COVId 19, non solo muiono soli e in ospedale, ma muiono anonimi, direttamente messi nelle bare e trasportate al crematoio. Da persone di carne e di sangue diventiamo numeri per statistiche. Viene cancellata tutta la nostra umanità. Eppure poco prima eravamo persone importanti per i nostri amici, eravamo nonni pieni di amore per i nostri nipoti, che all'improvviso si ritrovano privi di cotanto affetto e di tanto insegnamento e proveranno un grande dolore per l'improvvida e improvvisa assenza. E questo dolore, anche quello dei figli, non può essere contenuto e racchiuso nelle statistiche.
Ecco, tutto ciò lo ritengo insopportabile. Non riesco ad accettarlo. Credo che la cosa più terribile e devastante sia lo scandalo di questa morte anonima e di massa ad opera di questo virus proditorio. Ciò mi colpisce molto e mi procura tanta tristezza, pur consapevole che fa parte della violenza della natura compresa la natura umana.
*Foto tratta da Pixnio, immagine originale e lcenza
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