
Disuguaglianza e diffusione del contagio: Oxfam lancia una petizione
Tante volte, guardando alle difficoltà che sta vivendo il sistema sanitario delle regioni colpite dal contagio, ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se il coronavirus avesse colpito il Sud con la stessa forza, in un sistema sanitario decisamente più povero e meno efficiente. Probabilmente un’ecatombe, seguita dal collasso delle strutture sanitarie e delle economie locali.
Allargando gli orizzonti – perché il virus non conosce frontiere e «nessuno è al sicuro, se non lo siamo tutti» – potremmo rivolgere lo sguardo ancora più a Sud e chiederci cosa rischia di accadere in terre ancora più povere e abbandonate. Il nodo, tanto per cambiare, è quello della disuguaglianza, sottolinea Oxfam in un comunicato di ieri: in Italia, per esempio, c’è un medico ogni 243 persone; in Zambia, invece, ce n’è uno ogni 10mila abitanti. Riflettendo sull’importanza di lavarsi le mani per prevenire la diffusione del virus, bisognerebbe anche considerare che ci sono 3 miliardi di persone che vivono in Paesi poveri e che non hanno accesso all’acqua pulita. «In un mondo senza strutture e misure sanitarie adeguate», avverte l’organizzazione umanitaria, si rischia la catastrofe, che può essere mitigata da un «piano di azione globale per sostenere il raddoppio della spesa sanitaria nei contesti più fragili e vulnerabili».
«40 milioni di persone rischiano la vita nei prossimi dodici mesi – sottolinea ancora Oxfam – mentre miliardi di persone rischiano di finire nella trappola della povertà. L’emergenza sanitaria è ormai pressoché globale e amplifica le disuguaglianze estreme che attraversano il pianeta: il divario tra i più ricchi e i più poveri, tra paesi ricchi e paesi poveri, tra donne e uomini. Se in Italia sono le persone più vulnerabili a soffrire l’impatto maggiore della pandemia, cosa può succedere in paesi dove tutti o quasi sono vulnerabili?»
Con questa nota, Oxfam lancia una petizione per chiedere ai leader G20 di rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi di tutto il mondo, raddoppiando la spesa sanitaria da parte di donatori e istituzioni internazionali, al fine di garantire le cure a tutti in occasione di questa pandemia globale.
In particolare sono 5 le proposte della petizione: «Raddoppiare la spesa sanitaria degli 85 Paesi più poveri del pianeta, che ospitano quasi metà della popolazione mondiale»; «diffondere le pratiche mirate a prevenire la diffusione del corona virus, coinvolgendo le comunità»; «retribuire e formare 10 milioni di nuovi operatori sanitari, dotandoli dei necessari dispositivi di protezione»; «garantire l’accesso alla sanità gratuito per tutti»; «favorire il pieno utilizzo da parte dei sistemi sanitari pubblici delle strutture sanitarie private» durante l’epidemia; «rendere vaccini e terapie un bene pubblico globale», accessibile gratuitamente a tutti.
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