
Coronavirus. Anche la Cei alla Fase 2: messe libere e soldi per la scuole paritarie
ROMA-ADISTA. Anche la Conferenza episcopale si prepara alla cosiddetta “Fase 2” dell’epidemia da Covid-19 che dovrebbe partire il 3 maggio e chiede al governo di consentire nuovamente la celebrazione di messe e funerali con la presenza del popolo.
«L’orizzonte deve essere il mondo post-coronavirus, non trascurando alcun piano di responsabilità, a partire dalla vita ecclesiale», si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente che si è riunito in videoconferenza il 16 aprile. «In questo senso – prosegue il comunicato finale – il Consiglio permanente ha condiviso l’impegno della Segreteria generale, nell’interlocuzione con le Istituzioni governative, per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli, in vista anche della nuova fase che si aprirà dopo il 3 maggio. È fondamentale dare una risposta alle attese di tanta gente, anche come contributo alla coesione sociale nei diversi territori».
Ma c’è anche una seconda richiesta: trovare delle forme di finanziamento per le scuole paritarie che, a causa della sospensione delle attività didattiche, non hanno più incassato le rette da parte delle famiglie. È importante, si legge ancora nel comunicato del parlamentino dei vescovi, «non sottovalutare la preoccupazione circa la tenuta del sistema delle scuole paritarie. Se già ieri erano in difficoltà sul piano della sostenibilità economica, oggi, con le famiglie che hanno smesso di pagare le rette a fronte di un servizio chiuso dalle disposizioni conseguenti all’emergenza sanitaria, rischiano di non aver più la forza di riaprire».
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