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Fondazione Basso: la crisi è generale e impone un radicale cambio di passo

Fondazione Basso: la crisi è generale e impone un radicale cambio di passo

L’epidemia da coronavirus ha portato alla luce, improvvisamente e con forza, quello che forse già sapevamo, e cioè «la crisi del nostro sistema sanitario pubblico», che resta sì uno dei migliori al mondo, ma che subisce «le conseguenze dei gravi tagli operati nel corso degli anni dai diversi governi in ossequio al pensiero unico neoliberista». Una crisi sanitaria, denuncia la Fondazione Lelio e Lisli Basso Onlus in un comunicato di ieri, che rivela anche quella economica, quella politica e quella ecologica ambientale. Come se ne viene fuori? E soprattutto, «che fare per impedire che esploda una più allarmante e devastante crisi sociale?».

Secondo la Fondazione «non è possibile considerare questa emergenza una parentesi da chiudere per tornare alla "normalità"», se per normalità si intende quel modello neoliberista «e della crescita fondata sulle disuguaglianza nell'interesse di pochi che ci ha condotto alla situazione di oggi». Oggi siamo di fronte a un bivio che impone la ricerca di modelli alternativi per una ripresa, dopo la crisi da Covid-19, fondata «su valori di giustizia sociale». Una strada diversa da quella «socialmente iniqua e rivelatasi anche economicamente fallimentare dell'attuale modello di crescita».

C’è nella nota della Fondazione la consapevolezza di un percorso difficile e tortuoso: «Come insegna la storia, la via non è automatica, ma è frutto di scelte politiche e di valori. Dalla grande crisi del 1929 gli USA uscirono con il New Deal di Roosevelt, mentre la Germania imboccò il tunnel autoritario della barbarie nazista. Non dopo l'emergenza bellica, ma nel pieno del conflitto mondiale (1942) la Gran Bretagna elaborò il "piano Beveridge" per le assicurazioni sociali e i servizi assistenziali, che costituì la base del Welfare britannico, poi imitato da vari Paesi».

In questa prospettiva la Fondazione invita a documentarsi con un paio di contributi che ritiene molto importanti:

1) Il documento «Un futuro più giusto è possibile. Promemoria per il "dopo"», elaborato dal Forum Disuguaglianze e Diversità, uno spazio di confronto sulle disuguaglianze che «fanno male alle persone, all’economia, al Paese», nato il 16 febbraio2018 (v. Adista) in seno alla Fondazione Basso e con la collaborazione di ActionAid, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus cooperativa sociale, Fondazione di Comunità di Messina, Legambiente e UISP.

2) L'articolo di Laura Pennacchi «Con i bonus si tamponano le falle, non si cambia modello di sviluppo», pubblicato sabato scorso da Il Manifesto.

 

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