
Covid, ambiente, salute, economia: un dossier WWF sulle crisi che aiutano a cambiare
Le crisi sono momenti di passaggio che possono essere affrontati con un duplice approccio contemporaneamente: da un lato la mobilitazione per superare l’emergenza e, dall’altro, l’attenzione per cogliere l’opportunità di innescare un cambiamento di rotta. Anche il Covid-19, si è detto più volte, richiede questo duplice sforzo. «Dobbiamo lavorare insieme perché la crisi provocata dalla pandemia apra la porta al mondo che vogliamo», afferma il WWF Italia nel recentissimo dossier Shock Ecology. Le crisi possono aprire la strada a un mondo migliore? . «La proposta – afferma ancora il più grande organismo ambientalista italiano – è quella di ripartire dalla missione One Health, ovvero comprendere che la salute del Pianeta e quella dell’Uomo sono strettamente interconnesse e agire di consequenza».
Numerose ricerche scientifiche ribadiscono, chiarisce il WWF Italia, «che attualmente quasi il 50% delle malattie trasmesse dagli animali all’uomo (esattamente come il COVID-19, dovuto al virus SARS-CoV-2 ) sia influenzato dalla trasformazione degli ecosistemi e dalla distruzione degli habitat».
Dal punto di vista ambientale, secondo il WWF, nella storia dell’umanità numerosi cambiamenti positivi – tanto a livello di prassi, quanto di politiche locali e internazionali – sono stati avviati dopo catastrofi ecologiche che hanno «portato a far comprendere meglio all’opinione pubblica il funzionamento della biosfera e a considerare e riconsiderare il modo in cui interveniamo sulla natura e sugli ecosistemi».
Purtroppo, in numerose occasioni, la consapevolezza degli equilibri ecosistemici è maturata negli attori politici ed economici, ma anche dei cittadini comuni, solo “grazie” alle catastrofi: «Sversamenti di sostanze tossiche, fuoriuscite di materiale radioattivo, accumulo di rifiuti pericolosi, utilizzo di veleni, incidenti industriali, effetti dei cambiamenti globali e oggi anche la diffusione di virus pandemici, accompagnati da drammatiche perdite umane con indicibili sofferenze e crisi economiche, ci dicono che è necessario rivedere il nostro modo di relazionarci alla natura, mettendo a punto percorsi virtuosi che ci aiutino a rendere più sicura la nostra esistenza, più resilienti le nostre società e più sereno il nostro futuro».
E così, il report del WWF, per dimostrare che anche dalla pandemia si può uscire con un percorso virtuoso di cambiamento, passa in rassegna alcune catastrofi ambientali che hanno messo in moto percorsi correttivi di consapevolezza e tutela ambientale: dal “Dust Bowl” del 1930-40 al disastro della piattaforma petrolifera Usa della Deepwater Horizon nel 2010, 11 crisi ambientali che molti ricordano con terrore, che raccontano la minaccia dell’intervento umano sull’ambiente ma anche la sua capacità di cambiare rotta: sfruttamento del suolo, Ddt, mercurio, nucleare, nubi tossiche, estrazione e trasporto di petrolio (v. l’infografica dell WWF qui sotto).
Certo che il futuro e la salute dell’umanità non possa prescindere dalla tutela del patrimonio ambientale, così conclude il WWF: «Quello che ci dimostra la storia degli incidenti e dei disastri ambientali, le crisi sono anche un’occasione per riflettere, approfondire, rafforzare la nostra consapevolezza, migliorare le nostre conoscenze scientifiche e adottare comportamenti più sicuri per noi e per il nostro benessere. Che sia un incidente nucleare, uno sversamento di petrolio o lo spillover di un virus, ogni shock porta con sé grandi occasioni di cambiamento e questo cambiamento non può essere che un nostro nuovo rapporto con il pianeta».
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