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Difesa civile non armata e nonviolenta: una petizione al Parlamento

Difesa civile non armata e nonviolenta: una petizione al Parlamento

«Riconoscimento e sostegno a chi difende i valori costituzionali senza ricorrere alle armi»: lo chiedono, in una petizione inviata alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, le sei reti che aderiscono alla Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta “Un’altra Difesa è possibile”: Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavolo Interventi Civili di Pace.

Nei giorni che precedono la Festa della Repubblica Italiana, spiega Mao Valpiana (presidente del Movimento nonviolento e coordinatore della Campagna), «ci rivolgiamo a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari sul tema attualissimo e decisivo della difesa della Patria. Abbiamo scelto di utilizzare lo strumento della Petizione, previsto dall'articolo 50 della Costituzione, per rivolgerci al Parlamento e chiedere di legiferare per l'istituzione del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta».

Ai presidenti di Camera e Senato le Reti aderenti chiedono dunque un incontro perché, come ha ampiamente dimostrato questo tempo di pandemia dai costi sociali e umani altissimi, «la difesa della Patria, cioè l'integrità della nostra comunità, è affidata dalla Costituzione ai cittadini ed è un sacro dovere che riguarda ciascuno». C'è insomma una mobilitazione della società civile, del mondo sanitario, della Protezione Civile, del volontariato ecc. che si occupa di “difesa della patria” in modo non armato e nonviolento, ma lo fa senza «un quadro normativo» o uno specifico «Dipartimento» capaci di offrire il finanziamento e il coordinamento necessario.

Intanto però, si legge nel comunicato che accompagna la petizione, «il bilancio del comparto della Difesa è assorbito interamente dai costi della difesa militare armata». «Noi chiediamo oggi quantomeno il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile: pari dignità, pari legittimità. Senza chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, proponiamo una contrazione delle spese militari a vantaggio di maggiori finanziamenti per la difesa civile. La nostra proposta di Legge prevede, infatti, che ai cittadini contribuenti sia offerta l'opzione fiscale, con la possibilità di scegliere se destinare il proprio contributo al finanziamento del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta».

«Il 2 giugno è la Festa della Repubblica», conclude Mao Valpiana, «concepita nell'urna referendaria, quindi con il più civile dei processi democratici. Queste sono le nostre radici. La Repubblica che ripudia la guerra ha bisogno della Difesa civile non armata e nonviolenta».

Il testo integrale della petizione inviata a Camera e Senato.

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