
A Palermo, una strada intitolata al pastore Pietro Valdo Panascia
PALERMO-ADISTA. Era il 1963, all’indomani della strage di Ciaculli, in cui vennero uccisi sette fra poliziotti e carabinieri, quando il pastore valdese Pietro Valdo Panascia e la sua piccola comunità fecero affiggere nelle strade di Palermo un manifesto che ricordava il comandamento «non uccidere» individuando la mafia come responsabile dell’attentato (negli stessi giorni, il cardinale di Palermo, Ernesto Ruffini, respingeva l’invito di Paolo VI a prendere iniziative contro la mafia e scriveva che erano i comunisti ad «accusare la Democrazia cristiana di essere appoggiata dalla mafia»).
Oggi al pastore Panascia (1927-2007) il Comune di Palermo ha deciso di intitolare una strada, tra il Teatro Politeama e la chiesa valdese di via Spezio.
«Pietro Valdo Panascia è stato il pastore che ha creato un rapporto stabile tra la chiesa valdese e la città di Palermo, attraverso la predicazione e l’azione diaconale», dichiara all’agenzia NEV il pastore Peter Ciaccio, che nel maggio 2017 aveva trasmesso agli uffici competenti la richiesta di intitolazione. «Il manifesto del 1963 – continua – è stato un gesto profetico che ha dato speranza ai cittadini, richiamandoli al contempo alla loro responsabilità nei confronti della violenza mafiosa: in poche parole, se avviene nella tua città, ti riguarda. Il fatto che a lui sarà intitolata la strada che separa la nostra chiesa da uno dei luoghi più rappresentativi di Palermo, il Teatro Politeama, testimonia quanto abbia collegato chiesa e città, con spirito protestante e allo stesso tempo laico».
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