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Brasile: oltre mille preti solidarizzano con i 152 vescovi che hanno attaccato Bolsonaro

Brasile: oltre mille preti solidarizzano con i 152 vescovi che hanno attaccato Bolsonaro

1.058 sacerdoti brasiliani hanno sottoscritto e diffuso il 30 luglio una lettera-manifesto in solidarietà con i 152 vescovi brasiliani firmatari della “Lettera al Popolo di Dio” (vedi qui). In essa i prelati muovevano circostanziate e dure critiche al presidente Jair Bolsonaro per la sua «incapacità e inabilità» di fronte alla pandemia e all’aggravamento della crisi sociale ed economica che ne è derivata.

I sacerdoti che hanno scritto la lettera-manifesto (poi sottoscritta da tanti altri) fanno parte di due movimenti che si oppongono alle politiche di Bolsonaro: i Padres da Caminhada, con circa 200 membri, tra cui vescovi emeriti, con dom Mauro Morelli, di Duque de Caxias (RJ), e i Padres contra o fascismo, con 170 membri. Hanno sentito di dover esprimere la loro solidarietà perché il documento dei 152 è stato accusato di clericalismo, in quanto, dicono i detrattori, è un intervento indebito quello della Chiesa su questioni politiche; ma non è stato ben accolto all’interno dello stesso episcopato, rivelando che non c’è compattezza al suo interno.

Il documento dei vescovi brasiliani doveva essere rilasciato inizialmente mercoledì 22 luglio (esame pare rimandato al 5 agosto), ma era stato sospeso per la revisione da parte del Consiglio permanente della Conferenza episcopale brasiliana (CNBB). Temendo che i vescovi più conservatori cattolici ne avrebbero impedito la divulgazione, alcuni firmatari hanno deciso di renderlo pubblico al più presto.

Bisogna sottolineare che fra i firmatari, molti sono di grosso calibro e tutti vicini a papa Francesco: l'arcivescovo emerito di San Paolo, dom Claudio Hummes; il vescovo emerito di Blumenau, dom Angélico Sândalo Bernardino; il vescovo di São Gabriel da Cachoeira (AM) dom Edson Damian; l’arcivescovo di Belém, dom Alberto Taveira Corrêa, e il vescovo emerito di Xingu (PA), dom Erwin Krautler.

Il gesto di anticipare la pubblicazione della lettera è stato letto come un atto di slealtà, perché alcuni vescovi avevano firmato a condizione che fosse approvata solo dal Consiglio permanente. Dal quale hanno fatto sapere che essa “non proviene dalla CNBB”, è “responsabilità dei firmatari" e "non riflette né posiziona la Conferenza".

Da questo “divisione” è nata dunque la necessità degli oltre mille preti di sostenere i 152 vescovi, prendendo posizione a fianco a loro.

«Noi, "Padri del Cammino", "Padri contro il Fascismo", diaconi permanenti e molti altri fratelli sacerdoti, impegnati in diverse parti del Brasile per servire il Vangelo e il Regno di Dio – scrivono - esprimiamo gratitudine e sostegno ai vescovi per la “Lettera al popolo di Dio”. Affermiamo che rappresenta i nostri pensieri e sentimenti. Lo consideriamo un documento profetico di una parte significativa dei vescovi della Chiesa cattolica in Brasile, "in profonda comunione con Papa Francesco e il suo Magistero e in piena comunione con la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile", che offrono o al Popolo di Dio luce per il discernimento dei segni in questi tempi difficili della storia del nostro Paese».

«Sappiamo che coloro che ci governano – aggiungono fra l’altro – hanno il dovere di agire per conto di tutta la popolazione, specialmente i più poveri. Questo non è stato il progetto dell'attuale governo, che "non pone al centro la persona umana e il bene di tutti, ma piuttosto la difesa intransigente degli interessi di una" economia che uccide "(Evangelii gaudium, 53), centrata su mercato e profitto a qualsiasi prezzo". Per questo motivo, siamo anche profondamente indignati per le azioni del Presidente della Repubblica a sfavore e con disprezzo della vita degli esseri umani e anche di "nostra sorella, Madre Terra", e per tante azioni contrarie della vita del popolo e della sovranità del Brasile».

«Siamo solidali con tutte le famiglie che hanno perso qualcuno per questa malattia potenzialmente letale che terrorizza tutti. Quasi 100.000 morti (in Brasile, ndr) in questa pandemia, e – protestano gli scriventi – non vi sia alcun ministro della Sanità in questo governo che possa attuare politiche per combattere il nuovo coronavirus, è inaccettabile».

«Riaffermiamo il nostro impegno – proseguono – a difendere e prenderci cura della vita. Su invito dei vescovi vogliamo dire: sì! "Siamo chiamati a presentare proposte e accordi obiettivi per superare le grandi sfide a favore della vita, in particolare per i segmenti più vulnerabili ed esclusi di questa società strutturalmente disuguale, ingiusta e violenta". Vogliamo fare di tutto per prenderci cura di questo Paese malato!».

*CNBB. Foto tratta da editoramundoemissao.com.br, immagine originale e licenza

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