
Pedro Casaldaliga, compagno di vita e di lotte di tutte le oppresse e gli oppressi
Alcuni giorni fa, l'8 agosto 2020, e' deceduto Pedro Casaldaliga, vescovo, poeta, luminosa figura della teologia della liberazione e dell'opzione preferenziale per i poveri, amico della nonviolenza, voce delle oppresse e degli oppressi in lotta per la vita, la dignita', la liberazione e il bene comune dell'umanita'.
E' stato un generoso e coraggioso testimone e combattente nonviolento contro lo sfruttamento schiavista e genocida, contro il militarismo e il fascismo, contro il razzismo e il colonialismo, contro l'imperialismo, contro il modo di produzione che sacrifica innumerevoli vite umane alla massimizzazione del profitto di un'infima minoranza di privilegiati, contro il sistema di potere globale e l'ideologia totalitaria dei vampiri la cui avidita' non ha limite e che non esitano a distruggere innumerevoli esseri umani innocenti e in misura crescente e con ritmo sempre piu' accelerato lo stesso mondo vivente.
Piu' volte minacciato di morte dai poteri economici, politici, militari e ideologici della violenza dominante, Pedro Casaldaliga mai si arrese, mai cedette, mai tacque.
Per l'intera sua vita ha testimoniato la verita', la solidarieta', il dovere della responsabilita' e della condivisione del bene e dei beni fra tutti gli esseri umani.
Lo ricordiamo come un maestro e un compagno, e lo ringraziamo ancora per il luminoso esempio e per tutti i doni che ha lasciato all'umanita'.
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Una minima notizia su Pedro Casaldaliga
Pedro Casaldaliga, nato in Catalogna il 16 febbraio 1928, nel 1968 ando' missionario nel Mato Grosso brasiliano; e' stato vescovo di Sao Felix de Araguaia. Coraggioso difensore della vita, della dignita' e dei diritti di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, teologo della liberazione, testimone della nonviolenza, perseguitato, poeta, esempio dell'umanita' come dovrebbe essere. E' deceduto l'8 agosto 2020.
Tra le opere di Pedro Casaldaliga: Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976; La morte che da' senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979; Nella fedelta' ribelle, Cittadella, Assisi 1985; Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985; Il volo del quetzal, La Piccola, Celleno 1989; In cerca di giustizia e liberta', Emi, Bologna 1990; (con Jose' Maria Vigil), Spiritualita' della liberazione, Cittadella, Assisi 1995; Solo i sandali e il Vangelo, Edb, Bologna 2016.
Tra le opere su Pedro Casaldaliga: Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola, Celleno 1992.
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Rechiamo incisi nella memoria alcuni suoi versi.
Scrisse:
Mi diranno sovversivo;
rispondero': e' vero.
Per il mio popolo che lotta, vivo;
con il mio popolo che marcia, cammino.
(...)
Incito alla sovversione
contro il potere e il denaro.
Voglio sovvertire la legge
che perverte il popolo in gregge
e il governo in macellaio.
(Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976, p. 63).
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Scrisse:
Per socializzazione intendo la maggiore partecipazione possibile di tutti i cittadini, con il piu' elevato livello possibile di uguaglianza, nei beni della natura e in quelli di produzione.
Per raggiungere cio', evidentemente, sara' necessario togliere e distruggere l'egoismo del capitale, il privilegio delle minoranze, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
(La morte che da' senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979, p. 108).
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Scrisse:
Il primo mondo consumista e' un antropofago che sta mangiando il terzo mondo.
(Nella fedelta' ribelle, Cittadella, Assisi 1985, p. 65).
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Scrisse:
I costruttori della Citta'
- la Citta' di Dio, la citta' dell'uomo -
abitano sempre in periferia.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Da lontano,
ogni montagna e' azzurra.
Da vicino,
ogni persona e' umana.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Votate no alla guerra e alla morte, fratelli.
(Il volo del quetzal, La Piccola Editrice, Celleno 1988, p. 142).
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Scrisse:
Fratelli nostri
che siete nel Primo Mondo:
(...)
rispettate il nostro pane quotidiano,
rinunciando voi
al vostro sfruttamento quotidiano.
Non vi intestardite
a ricevere da noi il debito che non abbiamo fatto
e che continuano a pagare
i nostri bambini,
i nostri affamati,
i nostri morti.
Non cadete piu' nella tentazione
del lucro, del razzismo, della guerra;
noi faremo in modo
di non cadere nella tentazione
dell'ozio o della sottomissione.
E liberiamoci gli uni gli altri
da ogni male.
(Citato in Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola Editrice, Celleno 1992, pp. 108-109).
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