Nessun articolo nel carrello

Storie di vita, oltre numeri e slogan. Un progetto di Caritas Ambrosiana sulle migrazioni

Storie di vita, oltre numeri e slogan. Un progetto di Caritas Ambrosiana sulle migrazioni

Migration Interconnectedness Development (M.In.D) è il progetto di Caritas Austria (capofila), Caritas Italiana, Caritas Europa ed altre 9 Caritas nazionali (Germania/Baviera Belgio, Bulgaria, Olanda, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Portogallo e Svezia) – finanziato dalla Commissione Europea – che si propone di «sensibilizzare la società civile e le istituzioni nazionali ed europee sul complesso legame esistente tra migrazione e sviluppo», attraverso un lavoro triennale di riflessione sulle cause che originano i fenomeni migratori, sul rapporto tra migranti e società d’accoglienza e sui diversi percorsi di integrazione.

Nell’ambito del progetto M.In.D sono coinvolte anche Caritas Ambrosiana e altre quattro Caritas Diocesane (Benevento, Biella, Bolzano, e Verona), le quali si sono impegnate, negli ultimi 3 anni, con attività e campagne volte a «favorire e sviluppare una migliore comprensione circa la relazione tra lo sviluppo universale sostenibile e le migrazioni» e a «sollecitare le istituzioni governative e la società civile ad investire sui migranti e rifugiati quali attori di sviluppo».

“What is home: storie di integrazione” è il progetto promosso da Caritas Ambrosiana per raccontare nove storie di vita, al di là dei numeri e degli slogan spersonalizzanti che spesso accompagnano la narrazione delle migrazioni in Italia e in Europa. Caritas Ambrosiana raccoglie e pubblica sul suo sito il racconto di Mohamed (19 anni, dalla Somalia), Ghislain (45 anni, dalla Repubblica Democratica del Congo), Sesen (32 anni, dall'Eritrea), Issaka (25 anni, dal Burkina Faso), Megumi (42 anni, dal Giappone), Aldayeb (49 anni, dalla Somalia), Arefeh (47 anni, dall'Iran), Renato (52 anni, dall'Argentina) e Yohhanes (38 anni, dall'Etiopia). «Abbiamo raccolto nove storie di migrazioni diverse tra di loro, ma accomunate tutte dalla voglia di dare un contributo al nostro Paese che per diversi motivi ha voluto accogliere i protagonisti e che ora sta ricevendo qualcosa in cambio», si legge sul sito. «Qualcuno è arrivato con i barconi dalla Libia, altri invece sono atterrati in aereo scegliendo l'Italia come meta finale, altri ancora l'aereo l'hanno preso grazie ai corridoi umanitari. Nove storie che possono tracciare una narrazione differente del fenomeno migratorio. Nove storie da leggere e da ricordare per evitare di cadere nella trappola dei titoli sensazionalistici che accompagnano quasi sempre le storie dei migranti».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.