
Riforma energia e clima verso il 2030: obiettivi ambiziosi, misure assenti o ambigue
Il Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) è il documento che il governo ha pubblicato a gennaio in risposta all’invito europeo a perseguire, entro il 2030, gli obietti di una riduzione delle emissioni climalteranti e di una strategia di approvvigionamento energetico sostenibile, decarbonizzato e fondato su energie rinnovabili.
Il piano italiano piace “abbastanza” alla Commissione Ue che, dopo aver commentato a settembre i Pniec degli Stati membri in generale, torna in questi giorni a valutare i singoli documenti, Paese per Paese. La Commissione, nel documento diffuso ieri, cerca e trova alcune lacune nella programmazione energetica italiana. Parla di riqualificazione edilizia e di migliorie nell’erogazione dei fondi pubblici in chiave di riconversione ecologica (per esempio in merito all’Ecobonus 110%), chiede di aumentare la previsione italiana di riduzione delle emissioni dal 33 al 35% entro il 2030, invita a valutare nuovi sistemi di approvvigionamento di energia rinnovabile, come l’eolico offshore (i parchi eolici costruiti in mare aperto, per sfruttare maggiormente la forza del vento), suggerisce caldamente di eliminare in via definitiva tutte le forme di sussidio energetico per i combustibili fossili. La Commissione ha anche fornito all’Italia una serie di suggerimenti nel quadro del Recovery Plan.
«L’Italia ha ampio margine di miglioramento del Pniec», commenta il WWF dopo la diffusione ieri della Relazione sull’Unione Energetica della Commissione Ue, «anche in vista dell’innalzamento del target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030; occorre ridurre fortemente l’espansione in atto dell’uso di gas naturale e mettere al centro degli interventi invece le energie rinnovabili, unico pilastro della decarbonizzazione, insieme all’efficienza energetica. Occorre dunque investire sulle rinnovabili, sull’efficienza e sull’innovazione, altrimenti l’Italia sarà ai margini della nuova economia che si sta rapidamente affermando, rischiando anche di perdere le opportunità offerte dalla manovra di ripresa post-Covid. Bisogna, infine, avviare in modo molto più deciso la decarbonizzazione nel settore dei trasporti, abbandonando i provvedimenti di mero mantenimento dello status quo».
Secondo il WWF, il Piano italiano è ambizioso sugli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti, ma non parla delle misure necessarie per raggiungere questi obiettivi. «Al contrario – commenta ancora – gli incentivi concessi anche ai veicoli a benzina e diesel vanno in senso contrario»
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