
Yemen: le vittime dei bombardamenti chiedono verità, giustizia e riparazione
In un webinar di oggi, trasmesso sulla piattaforma Zoom, Rete Italiana Pace e Disarmo, Centro Europeo per i Diritti Costituzionali e Umani (ECCHR) e Mwatana for Human Rights (ong yemenita) hanno ribadito le responsabilità del governo italiano e dei produttori di armi per i crimini commessi nella guerra in Yemen, legate alla vendita di armamenti alla coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, protagonista dei bombardamenti che nel Paese non hanno risparmiato popolazione e infrastrutture civili.
Emblematico il caso del bombardamento al villaggio di Deir al-Hajari, l’8 ottobre 2016, nel corso del quale 6 membri di una stessa famiglia sono rimasti uccisi. Le indagini condotte in seguito all’attacco dall’ong Mwatana hanno rivelato che l’ordigno ganciato sul villaggio era di produzione italiana. La vicenda del villaggio è stata poi raccontata all’inizio del 2020 dal docu-film "Prodotto in Italia, bombardato in Yemen", disponibile da oggi sul canale YouTube della Rete Italiana Pace e Disarmo, attraverso le video-interviste dei parenti delle vittime di quell’attacco, i quali chiedono verità, giustizia e riparazione.
Dalle relazioni al webinar, si legge in u ncomunicato della Rete, è emerso chiaramente che «tutte le parti coinvolte nel non rispetto del diritto umanitario internazionale e nelle violazioni dei diritti umani che si verificano nello Yemen potrebbero essere chiamate a rispondere legalmente del loro operato». La pesante accusa è quella di crimini di guerra. «La richiesta – dice la Rete – è che vengano condotte indagini serie sul ruolo di tutte le parti in conflitto nello Yemen e di tutti gli attori che contribuiscono ai crimini commessi contro i civili».
«Il flusso di armi di fabbricazione italiana che raggiunge la coalizione guidata dall'Arabia Saudita coinvolta nel conflitto in Yemen – afferma il coordinatore delle Campagne della Rete Pace e Disarmo, Francesco Vignarca – è in netto contrasto con i principi e le regole sia del diritto italiano che delle norme internazionali firmate dall'Italia ed è quindi necessario fermarlo. Insieme ai nostri partner internazionali abbiamo avviato un'azione legale in tal senso. e allo stesso tempo chiediamo al Governo e al Parlamento di prendere una decisione politica immediata, estendendo la sospensione delle spedizioni di missili e di bombe aeree che è stata concordata nel luglio 2019 e che scadrà all'inizio del 2021».
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