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Cattolici democratici: aperto il dibattito sul rilancio della Rete C3dem

Cattolici democratici: aperto il dibattito sul rilancio della Rete C3dem

Si parla di «ripartenza» anche in casa C3dem, la rete dei cattolici democratici aggregata intorno ai valori di “Costituzione, Concilio, Cittadinanza”. C3dem, spiega Pier Giorgio Maiardi sul sito, «deve rinascere, ha bisogno di una rigenerazione!». Da quando è nata la Rete, circa 10 anni fa, le cose sono cambiate notevolmente. Maiardi ricorda il progetto delle associazioni afferenti «di dare voce ad una presenza cattolica e democratica nel contesto sociale e politico del nostro Paese. Una presenza “laica”, libera e vivace, capace di suscitare dialogo e confronto ma soprattutto di critica e di proposta». Soprattutto una voce corale ma «non riconducibile ad una persona o ad un gruppo», o addirittura ad un partito politico. C3dem nasceva per valorizzare il cattolicesimo democratico nelle sue diverse ispirazioni e appartenenze. E, di conseguenza, il sito www.c3dem.it nasceva con l’intento di «stabilire un rapporto fatto di comunicazione e dialogo».

Ma oggi, appunto, le cose sono cambiate. «Ora la proposta iniziale appare annebbiata con il conseguente indebolimento della disponibilità delle associazioni a condividere l’impegno». Il portale funziona ma rischia di morire «per il venir meno delle condizioni indispensabili al suo servizio». Il problema, tira le somme Maiardi, è da rintracciare nella «strutturazione della rete» e dunque occorre rilanciare la proposta affrontando i dovuti cambiamenti.

Spunti di riflessione

La prima parola d’ordine è «popolarismo», che è il contrario del populismo e che quindi intende costruire non una cultura identitaria ma una cultura dell’uguaglianza, della solidarietà e della «responsabilità reciproca», «soprattutto nei confronti di quelli che sono condannati a vivere ai margini».

Secondo Maiardi, tutto questo significa «stabilire una rigorosa scala di priorità fra gli obiettivi da perseguire», su welfare, fisco, lavoro, scuola ed economia.

La seconda parola d’ordine, prosegue l’autore, è «convivenza». A partire dai riferimenti sopra esposti, Maiardi ritiene comunque «necessario conservare la possibilità di parlare a tutti, senza privarsi di questa libertà, schierandosi in modo preconcetto per una parte o addirittura chiudendosi in un partito politico che obbligherebbe a identificare il messaggio dell’ispirazione cristiana nelle scelte contingenti enei compromessi indispensabili per l’esercizio della politica». Lontano dagli slogan e dai conflitti sui social network, il progetto C3dem «ha bisogno di una proposta forte e convincente che coinvolga, aggreghi e che meriti di essere sostenuta anche economicamente, e di una struttura minima che garantisca la possibilità di dare vita e continuità all’iniziativa: un’impresa che vale la pena di tentare e che ci pare non impossibile da realizzare!».

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