
Cambiamenti climatici: le strategie dell'Europa e l'appello del WWF
Saranno diversi e tutti pesanti i temi all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Europeo, che si riunirà a Bruxelles domani e dopodomani. I capi di Stato o di governo dei 27 Stati membri saranno chiamati a confrontarsi e a prendere decisioni su evoluzione della pandemia e alla risposta vaccinale, terrorismo e sicurezza nel continente, relazioni e possibili sanzioni alla Turchia per le tensioni del Mediterraneo orientale. Molto “caldo” – è opportuno dire – anche il tema dei cambiamenti climatici. «I leader dell'UE – spiega infatti il programma della due giorni riportato sul sito del Consiglio Ue – cercheranno di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni dell'UE per il 2030. In questo modo l'Unione potrà presentare il suo contributo aggiornato determinato a livello nazionale alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici prima della fine del 2020».
«Il mondo ci guarda» ammonisce il WWF in vista del vertice di Bruxelles. E gli sforzi dell’Unione, al momento non sono sufficienti. «La scienza è chiara», sottolinea il WWF: «Solo una riduzione delle emissioni del 65% è in linea con la limitazione del riscaldamento globale a +1,5°C. Tuttavia, la Commissione UE ha proposto un obiettivo “netto” di riduzione delle emissioni del 55%. L'aggiunta di “netto” all'obiettivo significa che includerebbe l'assorbimento naturale del carbonio (foreste, terreni agricoli, ecc.) e renderebbe la riduzione effettiva delle emissioni più simile al 50-52%. Nel suo recente voto sulla legge climatica dell'UE, il Parlamento Europeo è stato più coraggioso, sostenendo una riduzione delle emissioni del 60%».
Una sorta di ultima chiamata per l’Europa, considerato che entro fine anno si dovranno presentare alle Nazioni Unite gli NDC (Nationally Determined Contributions, Contributi determinati a livello nazionale), i piani quinquennali disposti dall’Accordo di Parigi del 2015 atti a definire strategie nazionali per contenere l’innalzamento della temperatura globale sotto il grado e mezzo.
Molti NDC sono già stati presentati. I più ambiziosi puntano alla neutralità climatica, ovvero all’azzeramento delle emissioni per non impattare sul cambiamento climatico. Altri innalzano notevolmente la soglia di riduzione delle emissioni. «Con il rapido peggioramento degli impatti climatici in tutto il mondo», avverte il WWF, anche l'Unione deve fare la sua parte. «Il Green Deal dell'UE mira a ricucire l'economia europea per un futuro sostenibile e neutro dal punto di vista climatico. Il WWF ritiene ci sia bisogno di una politica climatica, basata sulla scienza e socialmente equa, come forza motrice per arrivare a questo obiettivo».
In particolare, il WWF chiede ai 27 capi di Stato e di governo di «dimostrare la propria leadership in materia di clima e sostenere una riduzione delle emissioni di almeno il 65% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, in linea con le indicazioni della comunità scientifica». Chiede inoltre di «rifiutare l'idea di introdurre nell’NDC europeo il concetto di obiettivo "netto" di riduzione delle emissioni, cioè usare scappatoie e compensazioni», che porterebbero la già scarsa proposta della Commissione UE di riduzione del 55% a una riduzione «delle emissioni reali di appena il 50,5%-52,8%, a seconda del valore dato ai pozzi di assorbimento del carbonio UE. Aggiungerebbe inoltre una notevole incertezza, facendo sì che l'UE e gli Stati membri si affidino a livelli di assorbimento altamente incerti che non possono essere considerati intercambiabili con le riduzioni delle emissioni e che devono essere affrontati separatamente». Infine, l’organismo ambientalista chiede all’Unione di «evitare di dare alcun sostegno, per motivi di “neutralità tecnologica”, al gas fossile o al nucleare, nessuno dei quali ha nulla a che fare con l'urgente riduzione delle emissioni necessaria nel prossimo decennio».
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