
"Commercio mortale": dossier sulle armi italiane nelle violazioni dei diritti in Messico
Si è parlato più volte delle armi italiane vendute all’Egitto di al-Sisi, o degli ordigni italiani alla coalizione saudita che bombarda lo Yemen. Quello delle armi, insomma, è per l’Italia un commercio fiorente e potente, al quale sembra impossibile rinunciare, nemmeno quando viola palesemente la normativa italiana e internazionale che impedisce di commerciare con Paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani.
I movimenti pacifisti non solo italiani hanno recentemente approfondito un altro filone di indagini su un ennesimo ramo di quei ricchi traffici che alimentano violenze, ingiustizie e violazioni nel mondo: Deadly Trade. How European and Israeli arms exports are accelerating violence in Mexico (e cioé Commercio mortale. Come le armi europee e israeliane stanno aggravando la violenza in Messico) è il titolo del rapporto pubblicato il 9 dicembre 2020 sul sito di Stop US Arms To Mexico da una rete di associazioni di Usa, Europa, Israele e Messico, tra le quali l’italiana Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa) di Brescia.
Deadly Trade, spiega l’Opal in un comunicato di questa mattina, «documenta sulla base dei dati ufficiali forniti ai ricercatori dalla Secretaría de la Defensa Nacional (SEDENA) del Messico, che su autorizzazione delle autorità italiane l’azienda Beretta ha venduto 108.660 armi alla polizia federale e alle polizie locali del Messico». Non sono pochi poi i fucili o le pistole, spiega ancora il rapporto, che le forze dell’ordine messicane “smarriscono” o contrabbandano, finendo per alimentare il mercato nero delle armi gestito dalla criminalità organizzata messicana.
«L’utilizzo delle armi prodotte da aziende italiane per gravi violazioni dei diritti umani in Messico commesse dalle forze di polizia – afferma il presidente dell’Opal Piergiulio Biatta – ripropone pesanti interrogativi sia sulla filiera produttiva e commerciale delle armi, sia sui controlli riguardo agli specifici destinatari finali prima di autorizzare le esportazioni. Sono questioni non più eludibili se vogliamo che la normativa italiana e il Trattato internazionale sulle armi siano efficaci e servano davvero a prevenire esportazioni di armi che alimentano la violenza e le violazioni dei diritti umani. Sottoponiamo pertanto questo rapporto all’attenzione delle autorità competenti e soprattutto del Parlamento affinché eserciti la funzione di controllo che gli compete».
Il principale fornitore di armi del Messico è l’Italia. E risultano evidenti le gravi responsabilità, chiarisce il comunicato, dell’Uama (Unità per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento, l’autorità interministeriale che dà l’ok sull’esportazione di armi), ma anche – sottolinea Giorgio Beretta (analista Opal) – «dell’azienda produttrice di armi e delle associazioni di categoria. Le violazioni da parte delle polizie messicane sono denunciate da anni dalle principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani e nessuna azienda può pensare di giustificarsi sulla base del mero rispetto degli obblighi di legge. Ancor meno un’azienda come la Fabbrica d’armi Pietro Beretta che già da anni ha definito un Codice Etico per esplicitare i principi etici ed i valori che l’azienda intende perseguire “al di là ed indipendentemente da quanto previsto da norme di legge”».
L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’associazione di promozione sociale attiva dal 2004, fondata da diverse realtà dell’associazionismo bresciano e nazionale (Diocesi di Brescia, Collegio delle Missioni Africane dei Missionari Comboniani, Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici - Onlus, Camera del Lavoro Territoriale di Brescia “CDLT”, Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere dei Missionari Saveriani, Servizio Volontario Internazionale - S.V.I.) e da singoli aderenti, per diffondere la cultura della pace ed offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione e il commercio di armamenti e di “armi leggere” con approfondimenti sull’attività legislativa del settore. Membro della Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Osservatorio ha promosso convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali ed ha pubblicato numerosi studi e ricerche. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.opalbrescia.org
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