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La narrazione delle migrazioni durante la pandemia: l’VIII Rapporto Carta di Roma

La narrazione delle migrazioni durante la pandemia: l’VIII Rapporto Carta di Roma

“Notizie di transito” è il titolo dell’VIII Rapporto Carta di Roma, presentato ieri online su Zoom e sulla pagina Facebook dell’Associazione Carta di Roma. Il rapporto, a cura di Giuseppe Milazzo e realizzato come di consueto in tandem con l’Osservatorio di Pavia, racconta la narrazione mediatica, su giornali, tg e social network, del fenomeno migratorio nel nostro Paese durante il 2020, anno profondamente segnato dalla pandemia e dalle sue conseguenze a livello sanitario, economico e sociale.

Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, Giuseppe Milazzo (ricercatore dell’Osservatorio di Pavia), Ilvo Diamanti (docente all’Università di Urbino e direttore di Demos&PI), Carlotta Sami (portavoce per il Sud Europa di UNHCR), Triantafillos Loukarelis (direttore di Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali-Unar) e Giuseppe Giulietti (presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana-Fnsi).

Il Covid ha cambiato in profondità anche la narrazione mediatica delle migrazioni in Italia, definendo nuove paure e nuove priorità. Innanzitutto, in generale, sono diminuite le notizie sull’immigrazione del 34% in meno rispetto al 2019, anno in cui la crisi sanitaria ancora non dominava media e dibattito pubblico. Poi, scorrendo ancora tv e giornali, emerge anche quest’anno una visione allarmistica dei flussi migratori: nel 2020 gli immigrati continuano a far paura, meno per ragioni di sicurezza e più come untori e portatori di contagio.

«Quando il virus riprende la sua marcia intorno a noi, allora l’argomento migranti va in secondo piano», ha spiegato Ilvo Diamanti. «Infatti, durante l’estate, quando abbiamo avuto meno timore del virus, il tema migranti, sbarchi, è tornato in auge. È come se avessimo bisogno della paura e senza paura sembra che non riusciamo neanche a fare politica». «Il virus – ha concluso Diamanti – è estraneo ed esterno a noi eppure è dentro di noi. L’immigrazione fa meno paura perché abbiamo un’altra paura più incombente». D’altra parte, ha aggiunto Triantafillos Loukarelis, «i migranti vengono identificati come mezzo di propagazione del virus, questo diventa di fatto uno strumento retorico di propaganda che distrae l’opinione pubblica dai reali problemi, dalle cifre effettive, depistandone l’attenzione».

Leggi qui il Rapporto Carta di Roma

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