
Bolzano: a venticinque anni dell’“Appello al Popolo di Dio” troppo poco è cambiato. “È tempo di agire”
Ha compiuto 25 anni, lo scorso 17 dicembre, l’“Appello al Popolo di Dio” della diocesi di Bolzano-Bressanone. La petizione e il gruppo promotore (Gruppo d'iniziativa per una Chiesa più umana) erano la "traduzione altoatesina" di "Wir sind Kirche" (Noi siamo Chiesa), movimento per il rinnovamento della Chiesa cattolica molto attivo tutt’oggi, che prese le mosse dall'Austria e si irradiò in tutta Europa (v. Adista nn. 53, 75, 77/95 e 1/96).
La petizione del 1995 avanzava cinque richieste: istituzione di una Chiesa sinodale attraverso la codecisione dei laici, elezione dei vescovi; piena uguaglianza delle donne in tutti gli uffici ecclesiastici e nelle ordinazioni; l'abolizione del celibato obbligatorio per i sacerdoti; una valutazione positiva della sessualità; la proclamazione della fede come buona notizia. In circa tre settimane raccolse 18.284 firme, pari al 5% della popolazione.
Oggi, facendo memoria del venticinquennale, quello che fu il Consiglio direttivo dell’iniziativa – Robert Hochgruber (ex presidente), Annegret Steck, Marta Mittermair, Karl Trojer – ricorda, con un comunicato intitolato “È tempo di agire”, che «la dirigenza diocesana a Bolzano non rispose alle richieste e alle numerose proposte di attuazione, per lo più con riferimento alle linee guida di Roma, e le contrastò e le respinse. Nel 2008 il gruppo di iniziativa cessò la sua attività, non essendoci alcun segno di volontà da parte delle autorità di attuare le richieste». Ma non fu un fallimento, perché «durante il Sinodo diocesano del 2013-15 (v. Adista Notizie, n.7/15, ndr), le varie richieste sono state discusse e per lo più approvate con più di 2/3 delle maggioranze».
È vero che, aggiungono, «alcune delle cinque richieste sono oggi inevitabilmente attuate in alcune parti, come la partecipazione dei laici nelle parrocchie». Ma la mancanza di un celibato sacerdotale opzionale fa sì che «la carenza di sacerdoti sia semplicemente troppo grande». Eppure, «le parrocchie accetterebbero volentieri i sacerdoti anche se hanno mogli e figli». E se è vero anche che si riconosce che «non si può fare a meno della partecipazione delle donne», esse «non sono riconosciuti come pari». Sul tema della sessualità, Papa Francesco sembra essersi aperto, ma l'insegnamento della Chiesa non è cambiato». E se adesso «l'annuncio della fede è di solito positivo», «tuttavia, vengono spesso utilizzati stereotipi e affermazioni che non hanno alcun contatto con la realtà».
«La Chiesa è in crisi esistenziale», osservano. «I giovani e le donne si stanno sempre più allontanando. Il servizio della Chiesa è richiesto solo per alcune celebrazioni. Attualmente in Alto Adige non è più possibile una pastorale integrale, perché tutto è troppo incentrato sui sacerdoti. La conservazione del potere e dell'istituzione (…) sembra essere più importante della cura d'anime delle persone. Rifiutandosi alle riforme, la Chiesa non è più coerente alla sua missione».
Ma «allo stesso tempo – seguitano – siamo convinti che la Chiesa come istituzione sia importante e preziosa, che contenga grandi tesori di spiritualità e saggezza, che promuova la comunità e che possa offrire un grande aiuto per affrontare la vita. Sarebbe negli auspici di molti una Chiesa di credenti, che sperano e si occupano dei temi della gente di oggi, cioè la solidarietà globale e l'integrità del creato».
Perciò, concludono i membri dell’ex Consiglio difettivo, il «venticinquesimo dell’Appello del Popolo di Dio non è un motivo per festeggiare, ma è un motivo per riflettere e per agire. Osiamo dire che la situazione della Chiesa nella nostra diocesi sarebbe migliore se temi come la codecisione dei laici, la piena parità di diritti per le donne, i sacerdoti sposati, il riconoscimento delle diverse forme di sessualità, un linguaggio e una proclamazione adeguata al tempo e alla vita fossero presi sul serio e attuati passo dopo passo».
Eppure non c’è pessimismo nelle parole dei firmatari: «Siamo convinti che la Chiesa cattolica continuerà a svilupparsi. Sarebbe un peccato se ciò richiedesse un crollo delle strutture attuali. La crisi può essere superata». «Possiamo osare strade per il futuro che siano in linea con il Vangelo», è l’incoraggiamento finale espressamente rivolto a «tutti coloro che hanno a cuore la fede e la Chiesa».
*Duomo di Bolzano. Foto tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza
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