
Uno strano Natale? Ancora non avete visto nulla. Ma non tutto è perduto
In occasione di questo Natale, il WWF ha invitato a farci gli auguri con lo sguardo proiettato al 2050. In assenza di misure concrete per fermare il riscaldamento globale, lancia l’allarme, fra 30 anni «addio vacanze sulla neve».
Se il Natale 2020, dice il WWF, ci è sembrato «il Natale più strano della nostra storia», non bisogna dimenticare «che questa pandemia, così come le altre zoonosi, è la conseguenza del nostro impatto sul pianeta: distruzione delle foreste dove i virus vivevano in equilibrio da millenni, mercati che espongono e commerciano animali selvatici vivi in precarie condizioni igieniche. Siamo noi umani che dobbiamo cambiare». Se insomma non cambieranno gli attuali modelli di consumo energetico e produzione, i Natali dei prossimi decenni saranno ancora più “strani”, senza neve e con l’aumento di eventi estremi.
Stando ai dati del recente rapporto del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) sui cambiamenti climatici in Italia, spiega il WWF, «farà sempre più caldo, anche in inverno», in particolare sulle catene montuose. E così, oltre alla scomparsa dei ghiacciai, le basse temperature provocheranno la drastica riduzione della neve e «4 stazioni sciistiche su 5 avranno cessato le attività». Scendendo verso il mare, i dati del CMCC indicano temperature più calde e innalzamento delle acque marine di circa 7cm, con «danni stimati in circa 900 milioni di euro» per le attività costiere.
Restando in tema natalizio, dice tra le altre cose il WWF, nel 2050 «anche dotarsi di un albero di Natale naturale sarà sempre più difficile, perché l’areale dell’Abete rosso (Picea abies) si sarà ridotto sensibilmente, seguito da quelli dell’Abete bianco (Abies alba) e del Pino silvestre (Pinus sylvestris)».
Dobbiamo dunque prepararci al peggio? Certo, «ma siamo ancora in tempo per salvare il Natale e il mondo che verrà: mirando ad obiettivi ambiziosi delle riduzioni di gas climalteranti», più di quanto ha recentemente proposto il Consiglio Ue con «una riduzione ancora insufficiente del -55% al 2030, con delle pericolose scappatoie». Secondo l’organismo ambientalista, occorre ridurre i consumi, aumentare le aree protette terrestri e marine, varare «un grande piano nazionale di riqualificazione della Natura d’Italia». Solo così, avverte il WWF, «potremo ancora contenere l’aumento delle temperature entro i livelli indicati dall’Accordo di Parigi e beneficiare della capacità rigenerativa delle risorse naturali. Ma per farlo sarà indispensabile utilizzare al meglio i fondi Next Generation Italia, ricordando che il capitale naturale è la vera base della nostra sopravvivenza e di quella dei nostri sistemi sociali ed economici»
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