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2021: un'Italia tutta da ripensare. Il punto del gesuita Occhetta su

2021: un'Italia tutta da ripensare. Il punto del gesuita Occhetta su "Vita Pastorale"

Il 2021 di Vita Pastorale (periodico del Gruppo Editoriale San Paolo diretto da don Antonio Sciortino) si apre con una nota politica del gesuita e scrittore Francesco Occhetta, dal titolo “Oltre l’incertezza e la paura sociale”. Nel 2020, la pandemia ha introdotto nuovi elementi di crisi ma per lo più ha fatto esplodere debolezze strutturali antiche del Paese. In tal senso «il virus ha aggredito una società che era in debito di ossigeno e ripiegata nel proprio individualismo», scrive Occhetta. Come ricorda il Censis, in particolare, si parla della crescita della disuguaglianza sociale ed economica, con l’accumulo delle ricchezze in poche élites, la crescita esponenziale dei poveri e lo scivolamento del ceto medio verso la povertà.

È questo il tempo dei bonus, rileva il gesuita leggendo l’ultimo rapporto Censis, ma non è il tempo della prospettiva a lungo termine. E intanto il debito cresce. «Il Rapporto scatta molte istantanee per archiviare il 2020, ma tutte sono caratterizzate dal vivere il tempo come un carpe diem, senza investire nel futuro». Il distanziamento sociale invocato dalle misure anti-contagio rischia di diventare “allontanamento sociale”, l’isolamento si trasforma in smarrimento e rabbia, la difesa della libertà cede il passo al bisogno di sicurezza, l’attesa di tempi migliori paralizza creatività e voglia di rischiare. Informazione e social network, poi, non aiutano, raccontando il presente come un terreno di guerra senza via d’uscita.

«Se ci si vuole salvare insieme – invita Occhetta – occorre ascoltare la realtà per trasformare il dolore in speranza. Oltre la solitudine esiste la comunità». Per il futuro, invece, «occorrerà ripensare il modello di sviluppo che ha mandato in crisi quello classico. Non sono i consumi da rilanciare, ma è la qualità della vita personale e sociale da ripensare». A partire dalla lotta all’evasione, da un fisco più equo, da «un sistema industriale più moderno» e da «una nuova politica dei territori». Grazie al digitale e in particolare allo smart working, “scoperto” in piena pandemia, «il locale sta rimodellando il suo volto, i giovani del Sud ritornano nei loro luoghi d’origine dopo aver studiato lontano. Per molti di loro basta rimanere connessi alla rete per lavorare. In questo inaspettato scenario, la rete delle parrocchie potrà aiutare la ricomposizione del tessuto sociale».

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