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Respingimenti, violenze, freddo: migranti allo stremo sulla rotta balcanica

Respingimenti, violenze, freddo: migranti allo stremo sulla rotta balcanica

Lo «sbarramento» delle forze dell’ordine croate sul confine bosniaco, per impedire il passaggio alla delegazione parlamentare europea impegnata ad indagare sulla condizione dei migranti sulla rotta balcanica, non è affatto piaciuto all’Associazione delle Ong Italiane (Aoi), che il denuncia il fatto in un comunicato del 2 febbraio.

Ciononostante la delegazione – composta da Alessandra Moretti, Pietro Bartolo, Pierfrancesco Majorino e Brando Banifei – è riuscita ad entrare in Bosnia e a raggiungere il campo profughi di Lipa, del quale più volte la società civile internazionale ha denunciato le inumane condizioni. «Uno spettacolo terribile, disumano», si legge nella nota. «Le organizzazioni aderenti alle nostre reti e presenti sul terreno hanno denunciato più volte violenze, furti e respingimenti di ogni tipo sulla “rotta balcanica”. Le circa 930 persone stipate nelle tende del campo di Lipa, sperduto tra le alture sommerse di neve, sono ormai allo stremo».

Più in generale, hanno testimoniato i parlamentari Ue, la situazione dei migranti sulla cosiddetta “rotta balcanica” è «insostenibile dal punto di vista umanitario, contraddistinta da respingimenti illegali, violenze su uomini, donne e tante bambine e bambini costretti al freddo, nella neve, senza adeguati equipaggiamenti e sostegni».

La denuncia dell’Associazione delle Ong Italiane parte dal caso specifico di Lipa e della rotta balcanica per puntare il dito contro le politiche migratorie europee: «Finora, attraverso cospicui finanziamenti si è deciso di appaltare ai Paesi confinanti la gestione dei flussi migratori». Accordi sono stati fatti con la Turchia di Erdogan, con la Libia in guerra, e anche in Bosnia «sono arrivati fondi, circa 90 milioni di euro, per gestire l’emergenza: gestiti dalle strutture locali della Croce Rossa, che rispondono ai dictat del loro Governo. Gli accampamenti informali di Lipa non vengono raggiunti da questi aiuti umanitari». È solo grazie al lavoro delle Ong e della Caritas che «è possibile fornire un minimo sostegno. Adesso però siamo all’estrema emergenza».

In chiusura, l’Aoi chiede alle istituzioni italiane di intercedere presso quelle europee per rivedere le politiche migratorie a partire da alcuni punti paletti: «Corridoi umanitari, visti di ingresso, distribuzione delle persone dei campi tenendo conto delle loro differenti condizioni, politiche attive di integrazione».

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