
Il dramma dei migranti di Lipa in un webinar di Caritas Ambrosiana
Caritas Ambrosiana, impegnata dal 2015 con progetti di assistenza e tutela dei diritti dei profughi che tentano di raggiungere l’Europa attraversando la rotta balcanica, promuove, giovedì 18 febbraio alle 20.45, il seminario online "L'Europa si è fermata a Lipa", al quale si potrò partecipare in diretta sul canale YouTube di Caritas Ambrosiana (si richiede l’iscrizione gratuita a questo link).
«L'emergenza umanitaria di Lipa è uno scandalo che segna il fallimento delle politiche dell'Unione Europea in tema di diritti e immigrazione», denuncia la Caritas Ambrosiana nell’invito all’evento online. «900 persone costrette al freddo dopo l'incendio del campo avvenuto a fine dicembre senza contare le migliaia di persone che non hanno accesso ad alcun aiuto e vivono nei boschi e nelle case abbandonate ai confini con la Croazia. I migranti del campo di Lipa ancora oggi vivono in tendoni militari poco riscaldati e in ripari di fortuna costruiti con quanto si è salvato dalle fiamme. Senza acqua potabile, senza bagni, senza docce i migranti ricevono un pasto al giorno dalla Croce Rossa locale e sono esposti a malattie da raffreddamento e alla scabbia che sta colpendo sempre più persone».
«L'incontro ha l'obiettivo di fare chiarezza sulla situazione del campo di Lipa – si legge ancora nell’invito – e illustrare le condizioni dei migranti sulla rotta balcanica approfondendo gli interventi realizzati e quelli che si faranno nelle prossime settimane. Sarà anche l'occasione per parlare di politiche migratorie portando all'attenzione dell'opinione pubblica le posizioni della rete Caritas in tema di diritti e immigrazione».
Ospiti della serata saranno Luciano Gualzetti, Sergio Malacrida, Silvia Maraone e Claudia Coladonato. Modererà Francesco Chiavarini.
«Per Caritas Ambrosiana – conclude l’invito – è di fondamentale importanza non solamente portare aiuti umanitari urgenti, ma anche far conoscere la situazione a Lipa per sensibilizzare l'opinione pubblica affinché non si verifichino più tragedie umanitarie simili a questa».
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