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Il dolore del WWF per l'assassinio dell'ambasciatore italiano in Congo

Il dolore del WWF per l'assassinio dell'ambasciatore italiano in Congo

Una «tragica notizia», quella dell’uccisione di Luca Attanasio, ambasciatore italiano della Repubblica Democratica del Congo, del carabiniere  Vittorio Iacovacci e del loro autista, che «riporta attenzione sul Paese delle ferite e dei morti: 6 milioni di vite divorate dalle guerre genocide negli ultimi decenni». Così il WWF apre il comunicato con cui manifesta tutto il suo cordoglio per l’attentato, avvenuto questa mattina nel Paese africano, contro un convoglio Onu.

Nell’esprimere «vicinanza alle famiglie delle vittime per questo straziante accadimento», il WWF, «addolorato», ricorda che «Luca Attanasio stava portando avanti numerosi progetti umanitari e aveva vinto il Premio Nassiriya per la Pace “per aver contribuito alla realizzazione di progetti umanitari distinguendosi per l'altruismo a sostegno delle persone in difficoltà”».

«Questa tragica notizia – seguita il comunicato – riporta l’attenzione su un Paese in cui negli ultimi decenni 6 milioni di vite sono state divorate dalle guerre genocide, dove ricchezze infinite come avorio, carbone vegetale, oro, diamanti e coltan vengono saccheggiate con brutalità e dove a causa della fame e delle epidemie la vita media non supera i 50 anni. Una realtà ben nota al WWF, che dal 1960 è impegnato a sostenere il Parco Nazionale del Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, a ridosso di Goma, con progetti rivolti alle comunità locali e alla conservazione di specie e habitat che si scontrano con bracconaggio per il commercio illegale e uso criminale di altre risorse naturali (la legna delle foreste dei vulcani viene illegalmente trasformata in prezioso carbone) rivolto a finanziare una criminalità diffusa spesso collegata agli interessi dei signori della guerra».

Il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga, ricorda il WWF, «è la più antica area protetta africana, nata nel 1925 per difendere una biodiversità straordinaria tra cui un’importante popolazione degli ultimi 880 gorilla di montagna. Per le sue straordinarie caratteristiche naturali il parco è stato inserito nel 1975 nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità (World Heritage Site). La protezione di questi 780 km quadrati di foreste e savane, vulcani attivi e laghi, dove vivono gli straordinari gorilla di montagna è da sempre la sfida di persone eccezionali».

Già lo scorso 10 gennaio, continua il comunicato, «almeno sei ranger sono stati uccisi da un gruppo di uomini armati nel cuore del parco nella Repubblica Democratica del Congo, caduti in un'imboscata mentre erano di pattuglia a piedi all'interno del parco, nei pressi di Kabuendo. Ad aprile 2020 12 ranger sono morti nel drammatico attacco che ha provocato in totale 16 vittime. Lo stesso direttore del parco Emmanuel de Merode, che combatte ogni giorno per proteggere questo straordinario patrimonio dell’umanità era stato ferito in un attentato il 15 aprile 2014, durante un agguato teso da bande criminali che da sempre mirano alle risorse naturali dell’area. Negli ultimi 20 anni, per difendere il parco Nazionale dei Vulcani Virunga, sono morti quasi 200 ranger, persone che hanno dedicato la loro vita alla difesa di un vero e proprio patrimonio di natura, che accoglie nei propri confini alcuni degli ultimi rarissimi gorilla di montagna».

*Muro di pietra chiamato il muro di bufalo che separa la fauna selvatica dagli abitanti di un villaggio nel Parco Nazionale dei Vulcani, Virunga, dalla parte del Ruanda. Foto tratta dreamstime.com, immagine originale e licenza

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