
Regeni, Guerini e l'Egitto: la verità scoperta da Antonio Mazzeo
“Guerini: ‘dopo omicidio Regeni ridotti i rapporti Italia-Egitto’. Ma non è vero”. Questo è il lapalissiano titolo dell’articolo che, Antonio Mazzeo, professore, esperto di industria bellica e di commercio armiero fra i Paesi, pubblica su Africa ExPress il 23 marzo 2021,.
Dopo un breve ritratto di Lorenzo Guerini – ex sindaco democristiano di Lodi e poi deputato Pd e presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) dal 5 settembre 2019 è ministro della Difesa (governi Conte 2 e Draghi) –, Mazzeo riferisce che il nostro il 28 luglio 2020 è stato convocato dalla Commissione d’inchiesta sull’efferato omicidio di Giulio Regeni per rispondere sullo stato delle relazioni politico-militari tra l’Italia e l’Egitto del dittatore al-Sisi.
Fra le altre, queste le parole di Guerini durante la convocazione: «È stato compresso consistentemente e progressivamente il numero delle attività congiunte, portandole da una media di circa 35 annuali prima del caso Regeni alle 10 per il 2020, nonché rivedendone la tipologia in senso fortemente restrittivo”, ha concluso il ministro della Difesa. “Abbiamo pertanto circoscritto gli ambiti della cooperazione a visite reciproche e scambi di esperienze con un focus particolare sui settori non combat quali la ricerca e soccorso, la formazione accademica del personale, la sorveglianza marittima e il controllo dello spazio aereo».
«Tutto ok, dunque?», si chiede l’autore. «In verità no – risponde – se si consultano i report del ministero dell’Interno e le note stampa dello Stato Maggiore delle forze armate. Ciò che emerge infatti è che la collaborazione tra Roma e il Cairo nel settore militare e del controllo dell’ordine pubblico non è stata assolutamente ridimensionata dopo la morte del giovane ricercatore italiano e i vergognosi depistaggi orditi dalle autorità egiziane per impedire l’accertamento degli autori e dei mandanti del crimine. Nel 2016, l’anno della morte di Regeni, ad esempio, i poliziotti di al-Sisi sono stati “ospiti” di diversi centri della Polizia in Italia per una decina di corsi di formazione (alcuni di essi, a Brescia e a Nettuno, destinati anche ai funzionari del National Security Sector del Cairo). Sempre nel 2016, la Polizia italiana ha inviato in Egitto un migliaio tra computer e stampanti e 20 apparati Phone Forensic Express».
«Nel gennaio 2018, previo addestramento in Italia dei piloti egiziani – informa ancora Mazzeo - iniziava la consegna all’Egitto di quattro elicotteri AgustaWestland già in uso alla Polizia di Stato, mentre il 19 marzo dello stesso anno prendeva il via presso l’Accademia di Polizia del Cairo il Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) per la “formazione nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori” delle forze di polizia egiziane di altri 21 paesi africani. Questo progetto è stato finanziato con fondi del Ministero dell’Interno e dell’Unione europea e cogestito da dirigenti delle forze di polizia di Italia ed Egitto. Itepa si è concluso il 27 novembre 2019 a Roma con l’impegno dei due partner a rafforzare la cooperazione nel biennio 2020-21 e promuovere un secondo ciclo addestrativo-formativo presso l’Accademia di Polizia della capitale egiziana».
Dal lungo articolo di Mazzeo – leggibile al link sopra indicato – traiamo infine anche questa informazione: «La stretta collaborazione di Italia ed Egito in ambito nucleare-chimico-batteriologico è stata tenuta top secret dal governo italiano, così come non si sapeva nulla – prima della pubblicazione del dossier NATO – di un meeting delle forze armate dei due paesi tenutosi a Roma dal 25 al 27 maggio 2016, titolo Advanced Research Workshop (ARW). L’incontro, secondo Bruxelles, è servito allo scambio di buone pratiche “nel settore della sicurezza delle frontiere e dei porti, particolarmente nel contesto della logistica e movimentazione di container, dove persiste il rischio delle minacce NRBC e del traffic illecito”. “Gli esperti – conclude la NATO – hanno discusso le modalità per migliorare la sicurezza dei container e contrastare il trasporto di materiali ed armi NRBC che potrebbero essere utilizzati in attacchi terroristici”. E meno male che con l’Egitto di al-Sisi avevamo diradato e ridotto l’insostenibile relationship…».
*Striscione "Verità per Giulio Regeni" esposto sulla balconata di Palazzo Civico di Torino. Foto del Comune di Torino tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza
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